mercoledì 24 maggio 2017
Volete investire nell'istruzione? Crediamo nell'integrazione, volete camminare con noi? Possiamo scegliere di essere felici insieme? La pace è solo retorica? Ma i giovani guardano a Francesco
Pace, scuola, futuro: domande ai potenti del G7 e una lettera al Papa
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Volete investire nell'istruzione? Crediamo nell'integrazione, volete camminare con noi? Possiamo scegliere di essere felici insieme? La pace è solo retorica? Sono solo alcune delle domande che 22 giovani – ragazze e ragazzi di Italia, Gambia, Nigeria, Costa d’Avorio, Albania e Pakistan - pongono ai leader del mondo, alla vigilia del G7 che si svolgerà a Taormina venerdì e sabato prossimi.

Questi ragazzi, provenienti da tutta Italia, si sono incontrati per il vertice Unicef Junior 7 Summit, che ogni anno riunisce le voci dei giovani dai paesi del G7, per discutere i temi dell’agenda del vertice G7 e preparare un messaggio congiunto per i Capi di Stato. Quest’anno i temi affrontati dai ragazzi sono stati: i diritti umani, la tolleranza, la pace, l’inclusione, l’istruzione, le migrazioni. Sette dei 22 ragazzi sono minorenni stranieri non accompagnati, ora ospiti di un centro di prima accoglienza in Sicilia e di un centro di seconda accoglienza in Toscana.

I ragazzi hanno anche inviato una lettera a Papa Francesco. Ecco il testo

Santo Padre,

7 uomini importanti nei prossimi giorni si vedranno in Italia, a Taormina, per parlare dei destini del mondo.

Lei li conosce tutti o quasi. Parlano lingue diverse, vengono da mondi diversi, governano Paesi diversi. Sono uomini, esseri umani come noi, che decidono le sorti del pianeta, quello in cui nasciamo, viviamo e poi moriamo, tutti, anche se non allo stesso modo. Si incontreranno per parlare, come abbiamo fatto noi, ragazzi e ragazze italiani e del Gambia, della Nigeria, del Pakistan e di altri paesi, per confrontarsi su tanti temi che riguardano le nostre vite future. Si ascolteranno l’uno con l’altro e poi prenderanno delle decisioni sul clima, sul lavoro, sull’economia e così via.

E allora Santo Padre se tenderanno le orecchie gli uni agli altri per capirsi meglio, saranno questi uomini in grado di sentire anche noi? Noi che in fondo siamo loro, che democraticamente li abbiamo chiamati a rappresentarci per gestire al meglio le nostre vite e quelle dei nostri simili?

Viviamo un’epoca assai difficile, ci sono tanti esseri umani, troppi bambini, in fuga dalle guerre, dalla fame dalla povertà. Tanti bisogni, vecchi e nuovi, tante vite spezzate. I nostri mari che dovrebbero unire spesso invece ci dividono, chi sta meglio vuole stare ancora meglio e chi sta peggio invece tende la mano verso di noi e spesso la lasciamo scivolare giù, nel fondale marino senza fare neanche lo sforzo di chiedere aiuto ad altre mani per tirare su con forza e metterli in salvo.

Eppure siamo come i 7 “uomini” più importanti del pianeta. Abbiamo storie diverse che nessuno conosce preferendo spesso snocciolare numeri, più facili da divulgare, meno impegnativi da giustificare. Le storie raccontano invece di noi, ci danno un nome, un cognome, una casa, un paese di origine, un papà e una mamma anche se molti di noi li hanno persi entrambi, o forse non li vedranno più.

Lo ha detto anche lei Santità che “Ognuno di noi ha una storia addosso, portiamo croci e dolori ma abbiamo anche un cuore aperto alla fratellanza” e allora è alla sua voce unica che affidiamo questo messaggio perché questa idea di stare insieme contagi il mondo, perché alla paura delle diversità e al pregiudizio si oppongano l’amore, la fratellanza e la bontà.

Ci circonda uno strano buio di valori, che solo insieme possiamo squarciare chiedendo insieme ai” 7 uomini”, i grandi del pianeta, di investire in educazione e conoscenza per dare a tutti la possibilità di vivere al meglio questo straordinario dono che è la vita. Vorremmo stringere forte la sua mano e gridare insieme che tutti devono avere garantiti i propri diritti umani, che sono universali senza distinzioni di razza o religione.

Stare insieme nelle diversità è un bisogno universale, l’undicesimo “comandamento” del futuro, quello che ci impegniamo a sottoscrivere oggi noi, ciascuno con le proprie diversità, le proprie religioni i propri stili di vita ma sempre nel rispetto reciproco.

Santo Padre con lei vogliamo unirci e urlare ai potenti della terra che, come diceva il patrono d’Italia San Francesco d’Assisi noi “siamo i pacifici, quelli che di tutte le cose che sopportano in questo mondo conservano la pace nell’anima e nel corpo” siamo quelli consapevoli che la felicità può muovere il mondo in una direzione migliore ma deve essere di tutti e per tutti.

Facciamo nostro uno dei suoi più bei messaggi “Siamo diversi. Siamo differenti, abbiamo differenti culture e religioni, ma siamo fratelli e vogliamo vivere in pace” e le domandiamo: “Se i 7 uomini più grandi della Terra non si commuovono di fronte ad un bambino che attraversa il mare per fuggire da morte sicura, se non piegano la loro testa di fronte al dolore di una mamma che lo ha visto affogare davanti ai suoi occhi nelle acque che lei stessa ha deciso di prendere con la speranza di una nuova vita, se non trovano soluzioni concrete per milioni di bambini colpiti da fame e carestia che ancora rischiano di morire domani, se alzano muri invece di aprire varchi senza trovare soluzioni per integrare invece che espellere cosa sarà di questo mondo? Che ne sarà di noi?

”Speriamo che grazie alla sua parola alzino gli occhi al cielo e trovino le giuste risposte, noi, tutti insieme, più diversi che mai, continueremo a sognare di cambiare il mondo, senza stancarci mai, proprio come fa Lei, Santo Padre.

Le ragazze i ragazzi dell’UNICEF J7

Charlotte, Maria Silvana, Maria Loredana,Daniele, Alessandra, Mohamed,Fatima, Benedetta, Favour, Chiara, Elvio, Pasquale, Sarjo, Emanuele, Luca, Ramazan, Francesco, Hiba, Cristian,Luca, Muhammad, Numu

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