venerdì 29 luglio 2016
L'ultimo caso a Brindisi: un dipendente comunale era all'Ikea invece che al suo posto. Ma gli esempi si sprecano, da Nord a Sud: c'è chi timbra per l'amico e chi preferisce il canottaggio alla scrivania. (Marco Birolini)
Furbetti del cartellino, i trucchi per non lavorare
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L’ultimo “furbetto del cartellino” lo hanno pescato a Brindisi. Invece di lavorare al centro anziani, faceva “strisciare” il badge a un collega compiacente e poi se ne andava altrove, magari a far shopping all’Ikea. Con tutto il tempo libero che aveva, si poteva anche permettere di gestire la pizzeria di cui era titolare. L’andazzo è stato interrotto dalla guardia di finanza, che ha arrestato lui e il compare che lo copriva.Artisti dell’assenteismo – L’episodio di Brindisi è solo l’ultimo di una serie tanto lunga quanto misera. Negli ultimi mesi gli artisti dell’assenteismo hanno dato saggio delle loro discutibili doti un po’ in tutta la Penisola, dal Nord al Sud.  Tre giorni fa, a Caserta, è spuntato un furbetto che timbrava e poi andava a scaricare casse di frutta nell’azienda di famiglia. Di questi tempi, non si sa mai, meglio tenersi stretto anche un secondo lavoro. Nel caso del personaggio, si spera, resterà anche l’unico. A Scicli sono stati pizzicati alcuni autisti di scuolabus: dopo aver accompagnato i ragazzi avrebbero dovuto occuparsi di altre mansioni per il Comune, ma si è scoperto che per tirar sera facevano tutt’altro. Salvo tornare regolarmente a timbrare, puntualissimi, allo scadere dell’orario di lavoro. E come dimenticare il vigile di Sanremo che timbrava in mutande, oppure quelli che alla scrivania preferivano un sano allenamento di canottaggio.Fenomenologia del furbetto – Negli ultimi tempi se ne sono viste e sentite davvero di tutti i colori. Ma dopo i primi casi, i furbetti più incalliti si sono fatti più accorti. Lungi dal rassegnarsi a compiere il loro dovere, hanno adottato stratagemmi sempre più sottili. C’è il tizio che si avvicina con nonchalance alla macchinetta ed estrae il badge dell’amico dalla camicia, come i bari del Far West. Oppure c’è quello che si copre con un foglio mentre timbra per conto terzi, simulando di andare a fare una fotocopia. Altri preferiscono sfidare apertamente i controlli delle forze dell’ordine, presentandosi con uno scatolone in testa di fronte alla macchinetta, illudendosi di non essere riconosciuti. Verrebbe da ridere, se non fosse per il danno procurato alla pubblica amministrazione in termini di stipendi rubati e mancanza di personale. Il governo ha intimato di usare il pugno duro: licenziare in tronco. E i primi provvedimenti sono partiti. Ma la piaga non accenna a guarire. Il furbetto perde il pelo, ma non il vizio.

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