È il giorno dell'estremo saluto ad
Andria a 13 delle 23 vittime del disastro ferroviario del 12
luglio scorso in Puglia, quando due treni delle ferrovie baresi si sono scontrati in aperta campagna. I parenti delle altre 10 persone morte
nello scontro hanno preferito celebrare i funerali nella loro
città di residenza. Il Palasport di Andria è gremito di giovani 5mila le persone presenti. Alle esequie hanno partecipato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Camera Laura Boldrini.
LA TRAGEDIA Scontro frontale tra treni, 23 morti
Accorate le parole del vescovo di Andria Luigi Mansi che ha posto l'accento sulle responsabilità di questa tragedia.
"Le nostre coscienze sono state
addormentate da prassi che ci sembrano normali ma non lo sono:
quelle prassi dell'economia in cui non si pensa alla vita delle
persone ma alla convenienza e all'interesse, senza scrupoli e
con piccole e grandi inadempienze del proprio dovere". È uno
dei passaggi dell'omelia.
"Temiamo che per troppi anni e per
tante persone queste terre siano state considerate le periferie
dell'Italia, quelle periferie alle quali il nostro Papa
Francesco ha fatto tante volte riferimento" ha aggiunto celebrando i funerali di 13 delle 23
vittime del disastro ferroviario avvenuto in Puglia. "Speriamo
che si sospenda questo fare - ha detto ancora - e che ci si
occupi dei diritti di tutte le persone a cominciare dai più
deboli e fragili, a cominciare proprio dalle periferie".
Sta meglio il piccolo Samuele, il bimbo di 7 anni salvato dalla nonna. Sono scesi da 21 a 19 i feriti ricoverati negli ospedali pugliesi coinvolti nell'incidente ferroviario avvenuto in Puglia il 12 luglio. Due pazienti sono stati dimessi dal nosocomio di Barletta. Diminuisce (da 7 a 6) anche il numero di pazienti in prognosi riservata: la prognosisciolta è quella del piccolo Samuele, il bimbo di sette anni salvato dalla nonna che l'ha protetto con il suo corpo (e la sua vita) dall'urto delle lamiere. Sarà dimesso domani.