sabato 11 settembre 2010
Sotto una pioggia incessante, oltre cinquemila persone hanno partecipato alle esequie di Angelo Vassallo. Il vescovo Favale: «Amate questa terra». Presenti anche rappresentanti delle istituzioni. Alla cerimonia molti giovani, con indosso una maglia con la scritta: «Sarai sempre il nostro Angelo».
- Non eroi di un giorno, ma galantuomini di G. Anzani
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Laggiù, dove il mare va confondendosi con un cielo di nero denso, si vedono bene lampi saettare fin nell’acqua. Il vento s’alza furioso, la pioggia cade e non smetterà: inzuppa la gente, cinquemila persone, bagna il palco che fa da altare a questi funerali, i furgoni delle tivù e quell’enorme gigantografia di Angelo Vassallo tesa, a coprirne un’intera facciata, sulla torre che domina il porto di Acciaroli. La bara del pescatore, sindaco di Pollica, assassinato domenica sera, viene portata dalla chiesa a spalla fin sulla banchina, in riva a questo mare, tra un lungo applauso e il suono della sirena d’una nave che adesso, qui, morde i cuori.«Non lasciatevi prendere dalla prospettiva degli affari d’oro, soprattutto se derivanti da denaro di dubbia provenienza, ma tenetevi stretti i sacrifici fatti dai vostri antenati», dice nella sua omelia a questa piccola folla monsignor Giuseppe Rocco Favale, vescovo di Vallo della Lucania: «Siate voi i veri custodi del Cilento e siate come sentinelle del territorio. Vi chiedo di saper proteggere voi stessi e i vostri figli» e di «insegnare loro ad amare questa terra», ad «essere loro i suoi veri protagonisti». Subito prima il vescovo era stato durissimo: «Chi ha ucciso ha atteggiamenti più simili alle bestie che agli uomini. Mi auguro che ora non siano mescolati tra noi o che non siano sprofondati sulle loro poltrone a guardare in televisione questa grande manifestazione di affetto per Angelo». E s’era infine chiesto: «Perché l’hanno fatto? Forse per qualche affare sul territorio che è stato smascherato o rifiutato da Angelo? Povere bestie umane!».Molti ragazzi, ma non soltanto loro, indossano una maglietta bianca con la scritta «Sarai sempre il nostro "Angelo"». Qualcuno ha teso uno striscione fra due alberi: «Ora ci chiamiamo tutti Angelo Vassallo». Un altro striscione è quello di Legambiente, sul quale si leggono appena due parole, ma a grandi caratteri, «Ciao Angelo». Le bandiere di chiunque, associazioni, partiti, gruppi, anche i Tricolori, tutte quante, sono listate a lutto.Il ministro per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo, s’impegna a nome dell’esecutivo: «Il Cilento non si tocca. Sono qui per affermare che il governo moltiplicherà per mille gli sforzi per proteggere questo territorio» e non solo, perché «qui promuoveremo iniziative». Il Viminale conferma: «Adesso ascolteremo le esigenze che ci vengono espresse per estendere i nostri sforzi e la nostra attenzione anche al salernitano», garantisce il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano.Loro due, ministro e sottosegretario, sono qui al funerale, come il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, («È agli amministratori onesti che deve andare il nostro aiuto»), il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, («Basta litanie sul Sud, va aiutato dal resto del Paese»), il governatore della Puglia, Nichi Vendola, il presidente dell’Anci, Sergio Chiamparino. E come il governatore della Campania, Stefano Caldoro: «La nostra speranza è che adesso ci sia spazio per la verità e vengano individuati gli autori di questo efferato delitto».Sono centinaia i gonfaloni, tenuti fieramente ritti sotto la pioggia e il vento, venuti a rappresentare comuni e province da tutta l’Italia. Sono a centinaia i volti dei pescatori e le mani di donne anziane che stringono un fazzoletto. Servono buoni esempi: persone che indichino la strada maestra poiché è quella che loro, per prime, stanno percorrendo.Laggiù, dove mare e cielo si confondono scurissimi, ancora si vedono i lampi, mentre s’alza l’ultima preghiera per Angelo Vassallo, pescatore e sindaco.
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