venerdì 21 agosto 2015
Cresce la polemica sul caso Casamonica. ​Marino sotto accusa, ma il sindaco si difende: ho denunciato la mafia dal 2013. Residenti contro i vigili.
INTERVISTA Parla il vescovo di Roma Est Marciante (P.Ciociola)
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Il giorno dopo i funerali del "padrino" Vittorio Casamonica, Roma è investita dalle polemiche e le critiche non risparmiano nessuno: sindaco, vigili, Enac, diocesi e politici. La rabbia dei residenti costringe alla difesa il primo cittadino a cui in molti adesso chiedono le dimissioni, da Grillo a Forza Italia. Mentre l'eco delle esequie del boss varca i confini nazionali: ne danno conto oggi il New York Times, il britannico The Guardian, gli spagnoli di El Mundo e di El Pais oltre ai francesi di Le Figaro e Le Matin, fino all'australiano Sidney Morning Herald.Don Ciotti: arroganza nei confronti dello stato. È «grave» la strumentalizzazione «evidente» del rito religioso «per rafforzare prestigio e posizioni di potere». Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, parla di «atto di arroganza verso lo Stato» e ricorda la «falsa religiosità dei mafiosi». Invita alla conoscenza e alla denuncia del fenomeno sull’esempio di Papa Francesco. Ma invoca anche rispetto per il parroco coinvolto. Si è trattato di «un colpo di mano» compiuto, «giocando proprio sull’onestà e sulla buona fede di quella parrocchia, di quel parroco, che è stato travolto da tutto questo». Il sacerdote in prima linea contro le mafie sottolinea, infine, le «cose belle, importanti e coraggiose che stanno avvenendo nel nostro territorio e nella nostra Chiesa» e che non possono essere cancellate.Il parroco: ho fatto il mio dovere. Il parroco di San Giovanni Bosco, don Giancarlo Manieri, dal canto suo ribadisce che celebrerebbe di nuovo il funerale. «Sono un prete, non un poliziotto, se una persona viene da me chiedendo di confessarsi lo confesso, se mi chiede la comunione non gli chiedo la fedina pedale». Il suo dovere, dice, era «distribuire misericordia come mi spiega Papa Francesco». Il sacerdote, infine, risponde alle «insinuazioni» sull’offerta: «È stata di 50 euro, non di 5mila». Anche la sua congregazione, i Salesiani, interviene, ribadendo che «non esistevano ragioni ecclesiastiche per rifiutare la richiesta del rito funebre, con la partecipazione, libera e pubblica, di familiari, amici e conoscenti». Ferma la dissociazione su quanto avvenuto fuori, con iniziative non note e che «esulano dalla responsabilità» di chi amministra la parrocchia. Anche i religiosi parlano di «spettacolarizzazione della morte» per ostentare il potere.

Marino. Il sindaco rifiuta qualsiasi responsabilità e attacca chi ha avuto bisogno di un funerale del genere per accorgersi di una realtà già denunciata dalla sua amministrazione: "La mafia a Roma esiste, come in Italia e in molti altri Paesi - si legge sul suo sito - L'ho affermato spesso in campagna elettorale, già nella primavera del 2013, l'ho ribadito da sindaco, quasi inascoltato. Dopo gli arresti della Procura di Roma è stato un funerale a svelare al mondo il contesto criminale nel quale la mia amministrazione si è trovata, sin dall'inizio, ad operare".

I vigili. Ma la rabbia dei cittadini e dei residenti del quartiere è soprattutto diretta alla polizia municipale che avrebbe in qualche modo protetto il tranquillo svolgimento della cerimonia deviando il traffico attorno alla chiesa di S. Giovanni Bosco (Tuscolano). Il comandante della Polizia Municipale di Roma Capitale, Raffaele Clemente, respinge ogni accusa e fa sapere che l'intervento dei suoi uomini è stato un tentativo di garantire la sicurezza di fronte a un evento di cui nessuno era a conoscenza: "Ieri mattina alle 10.00 il gruppo Tuscolano ha ricevuto la comunicazione di un grande ingorgo sulla via Tuscolana, fuori dal raccordo anulare ma in direzione centro città. A quel punto la sala operativa ha inviato una pattuglia per verificare le ragioni del blocco della circolazione. Gli agenti intervenuti hanno scoperto, in quel momento, che l'intralcio era dovuto alla presenza di un corteo funebre costituito da un carro con cavalli, nove furgoni con corone di fiori e almeno 250 auto", circostanza che ha costretto la polizia municipale a prendere provvedimenti.

L'Elicottero. In molti si chiedono come sia stato possibile che un elicottero abbia sorvolato la piazza lanciando petali di rosa sulle teste degli intervenuti. Dal canto suo l'Enac non sa dare spiegazioni e parla di una deviazione non dichiarata del velivolo: "Il pilota dell'elicottero - si legge in una nota diffusa dall'ente - ha effettuato una deviazione non prevista né comunicata". L'Enac ha poi deciso di sospendere la licenza di volo all'elicotterista.

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