martedì 2 aprile 2013
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Una folla attenta e composta assiepata sui banchi e centinaia di persone fuori, sotto la pioggia, in piazza del Popolo. Striscioni, cori, volti noti e rappresentanti delle Istituzioni locali. Roma ha salutato oggi, nella Chiesa degli Artisti, Franco Califano, morto nei giorni scorsi dopo una lunga malattia. Il Califfo, indimenticabile autore di centinaia di brani, ha raccolto intorno a sè gli amici di sempre e gente comune. I fan di Califano hanno circondato, e quasi protetto, la bara dell'artista sulla quale è stata collocata una maglietta dell'Inter numero 10 con la scritta “Il Califfo”. In prima fila le autorità cittadine: il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il vicesindaco Sveva Belviso e l'assessore alla Cultura Dino Gasperini. «Cerchiamo di fare nostro il messaggio di Francesco - ha detto nell'omelia il parroco- che ha cercato di non essere inutile su questa terra. Ha cercato, quando si è sentito solo, di andare avanti a sperare in qualcosa di diverso e migliore. A sperare che qualcuno lo notasse per la sua bontà, amore e carità».
Ad accompagnare Califano sono stati i suoi colleghi: su tutti, Renato Zero, Amedeo Minghi e Edoardo Vianello che, alla fine della celebrazione, ha detto: «La musica è finita, se n'è andato un artista senza perimetri e senza padroni, un poeta della solitudine». Vianello ha poi ricordato che il «21 aprile il Comune di Roma dedicherà una serata a Califano». Il cantante è stato seguito dall'affetto dei suoi fan che hanno voluto far sentire la loro voce intonando, alla fine della messa, la celebre canzone “Tutto il resto è noia”. Un concetto ribadito da uno striscione che recitava “Ora senza di te tutto il resto è noia”.
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