sabato 4 febbraio 2017
L'addio al giovane ucciso dal marito della donna che la scorsa estate aveva travolto con la sua auto. Presente anche il fratello di Roberta. Il sindaco: è l'ora del silenzio.
Il parroco ai funerali di Italo: «Si fermi questa ondata di odio»
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"Le anime dei giusti sono nella mani di Dio. Stai tranquillo Italo, i giusti sono coloro che amano la vita e accolgono il dono di Dio, così come lo hai accolto tu. Non si poteva non volerti bene, sei stato sempre circondato da tanto amore". È quanto ha detto il sacerdote nel corso dell'omelia durante i funerali di Italo D'Elisa, il 22enne ucciso nei giorni scorsi a Vasto (Chieti) dal marito della donna che il giovane aveva travolto con l'auto la scorsa estate.


"È un momento difficile, in questi giorni siamo devastati da sentimenti e pensieri contrastanti" di fronte a un "mistero grande, la morte di Italo", ha sottolineato. "Oggi qui non vi sono risposte, ma solo tanta preghiera - ha spiegato - certi che Dio accoglierà tutto ciò che gli chiederemo in questa celebrazione".

"La tua vita così misteriosamente strappata ai tuo affetti non è perduta - ha concluso - il tuo sguardo è ancora rivolto a noi per invitarci a continuare a credere che la vita è un grande dono che vale la pena vivere. Amore e solidarietà valgono la pena di essere vissuti".

Nel saluto introduttivo il parroco, don Antonio Totaro, ha ammonito i presenti: "Si fermi questa ondata di odio. Basta con questa violenza. Non si può andare avanti con l'odio. Due vite completamente spezzate. Ha perso la città. Noi abbiamo perso".

Il sacerdote ha portato le condoglianze delle famiglie di Fabio Di Lello e di Roberta Smargiassi, la giovane moglie uccisa la scorsa estate. "È qui presente il fratello di Roberta", ha detto ai presenti. E ancora: "Queste morti riportino nella nostra comunità un po' di serenità. Basta con i social media. Dobbiamo tornare a parlare tra di noi. Senza conoscere abbiamo condannato", ha aggiunto il parroco.


L'omicida si avvale della facoltà di non rispondere

Intanto nel corso dell'interrogatorio cui è stato sottoposto questa mattina nel carcere di Vasto dal gip Sallustri e dai Pm Giampiero Di Florio e Gabriella De Lucia, alla presenza dei suoi legali, avvocati Andreoni e Cerella, Fabio Di Lello, 34 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere. La Procura gli ha contestato formalmente il reato di omicidio volontario con premeditazione. L'uomo, riferiscono i suoi legali che faranno richiesta di interrogatorio non appena le condizioni del loro assistito lo consentiranno, è apparso molto provato. Non è escluso che i difensori, all'esito dell'interrogatorio, possano richiedere una perizia psicologica.

I parenti del giovane ucciso: Italo soffriva molto per la morte di Roberta

Italo "soffriva molto per la morte di Roberta, ripeteva: 'non capite come mi sento dentro'". Lo ha detto una cugina di Italo D'Elisa, il ragazzo ucciso, ricordando il giovane durante i funerali. La ragazza ha fatto riferimento alla campagna, anche "virtuale" che ha "incitato all'odio e armato la mano di Fabio anche lui vittima" arrivando però a un gesto ingiustificabile. "Un fiume di abbrutimento sociale", sottolinea la donna, secondo la quale ci sono "molti responsabili. È stato detto che Italo era strafottente, non era così, lui e Fabio avevano un graffio nell'anima comune". Se invece di contribuire al clima che si era creato le persone avessero "contribuito a farli incontrare oggi parleremmo di perdono", ha sottolineato.

Il sindaco di Vasto chiama al senso di responsabilità

"C'è bisogno di dire in maniera chiara che la violenza va sempre condannata, che 'violenza' e 'vendetta' non sono mai le strade di una giustizia vera, che non potranno mai costituire la cura di un dolore immenso. Vorrei che la nostra comunità viva la dimensione umana del rispetto". Lo scrive su Facebook Francesco Menna, sindaco di Vasto, a pochi giorni dal tragico omicidio che ha sconvolto la città.

Il sindaco vuole "chiamare tutti al senso di responsabilità, al senso della legalità, che noi adulti abbiamo il dovere di consegnare come fondamento di civiltà ai tanti giovani che, in queste ore, sono spinti a schierarsi, 'a fare una scelta di campo': dobbiamo respingere con forza una moda distruttiva che ci porta a pensare di conoscere tutto, di poter giudicare tutto".

"Vorrei, infine, che ciascuno di noi, con il proprio silenzio, testimoni comprensione, rispetto e solidarietà a tutte le famiglie coinvolte: a tutte, nessuna esclusa - conclude - perché non esiste un dolore più grande di un altro, non esiste vita migliore di un'altra… esiste un'unica umanità, piena di limiti, ma sempre bisognosa di pace".

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