sabato 9 luglio 2016
Dopo 6 anni, don Quintino De Lorenzis, giovane sacerdote della diocesi pugliese di Nardò-Gallipoli, si è visto riconoscere in tribunale la sua innocenza, col proscioglimento dall’accusa di abusi.
Fu accusato di abusi, assolto sacerdote
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Nessun abuso sessuale e nessuna violenza. È stato assolto con formula piena, perché «il fatto non sussiste», don Quintino De Lorenzis, sacerdote quarantunenne della diocesi di Nardò-Gallipoli, accusato di presunte molestie nei confronti di un giovane migrante marocchino. Il verdetto dei giudici, in Appello è arrivato nella serata dell'8 luglio, annullando di fatto la sentenza emessa dalla prima sezione penale del Tribunale di Lecce, che aveva condannato il sacerdote a tre anni e sei mesi. Si è trattato di «un percorso sofferto e difficile», ha dichiarato in una nota la Curia della diocesi salentina, apprendendo la notizia dell'assoluzione. In questo momento, afferma il portavoce della diocesi, don Pantaleo Roberto Tarantino, «il vescovo Fernando Filograna e la Chiesa di Nardò-Gallipoli si stringono attorno al carissimo don Quintino. Con rispetto e profondo senso delle istituzioni, abbiamo confidato nell'operato della magistratura (alla quale rinnoviamo stima e apprezzamento) e, affidandoci nella preghiera a Dio, giusto e misericordioso, non ci siamo fatti prendere dallo sconforto o dalla rassegnazione, rimanendo Chiesa a servizio degli ultimi, anche quando incompresa o perseguitata, proprio come nel caso di don Quintino». Parole che acquistano un senso profondo se si ripensa all'intera storia: la presunta vittima, infatti, denunciò di aver subìto abusi da don Quintino, nell'ottobre 2010, nella sagrestia di una parrocchia di Nardò. Al sacerdote il giovane marocchino si era rivolto appena giunto nel Salento, senza documenti. In quel periodo si trovava in grosse difficoltà economiche e così decise di rivolgersi alla Chiesa. Nella canonica, però, il prete avrebbe indossato i panni del molestatore. Accusa che ora è caduta del tutto. Nonostante i segni lasciati nella memoria collettiva: nel 2013, in occasione del processo, la Curia venne trascinata in aula come responsabile civile delle attività svolte dal prete e condannata a risarcire la vittima con 20mila euro da corrispondere alla vittima in solido col sacerdote. Una sentenza che fece molto discutere, anche perché, secondo il pm di allora Antonio Negro, don Quintino era innocente e andava assolto. Assoluzione arrivata solo venerdì. «Con questo giovane sacerdote – sottolinea la diocesi – esultiamo, confermando gli attestati di stima che sempre gli sono stati consegnati da uomini e donne del mondo ecclesiale e civile». Dal vescovo Fernando Filograna l'augurio che «don Quintino ritrovi la serenità che gli è stata sottratta, che senta forte il sostegno di quanti lo conoscono, me compreso. Quanto sperimentato in questi anni si faccia occasione di grazia, motivo in più per "consolare gli afflitti", per continuare a servire Cristo nei poveri e nei sofferenti. Don Quintino, sursum corda!». Un augurio condiviso dai compagni di seminario di don Quintino che, in questi anni, in modi diversi, gli sono sempre stati vicini.
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