Le "ipotesi più realistiche" per la fine delle operazioni militari in Libia sono di "qualche settimana, tre-quattro". È la previsione del ministro degli Esteri, Franco Frattini, sulla durata della missione italiana per proteggere i civili libici dagli attacchi delle truppe di Muammar Gheddafi. Il titolare della Farnesina ha sottolineato che il tema non è la data della fine della missione italiana in Libia, ma è "come lavorare perchè cessino le operazioni di protezione il più presto possibile"."Vi sono ipotesi ottimistiche di pochi giorni", ha osservato il ministro, e "ipotesi più realistiche di qualche settimana, tre-quattro, certamente intensificare la pressione è necessario per poter far partire l'iniziativa politica". Il Gruppo di contatto riunitosi giovedì a Roma non ha indicato scadenze per la fine delle operazioni militari e del resto lo stesso Frattini si è limitato a far riferimento a previsioni "realistiche". Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha osservato da Torino che "si può ipotizzare tutto, ma non si può fissare un termine" alla missione in Libia. Dopo la mozione voluta dalla Lega che ha impegnato il governo italiano a concordare con gli alleati una scadenza per la fine delle operazioni, La Russa ha assicurato di non temere "nessun nuovo strappo". "La mozione è chiara", ha ricordato, "dice che qualunque decisione sarà presa in accordo con la Nato e impegna il governo a individuare una data in cui l'Italia cessi di operare con le nuove modalità e riprenda con le precedenti". Quello che chiede è "un termine certo per l'utilizzo degli aerei italiani contro obiettivi specifici a terra".Il governo libico intanto ha aspramente criticato l'ipotesi di finanziare i ribelli libici con i beni del regime congelati all'estero. È un "atto di pirateria", ha denunciato il viceministro degli Esteri di Tripoli, Khaled Kaim. "La Libia, secondo il diritto internazionale, è ancora uno Stato sovrano e nessuno può utilizzare i suoi beni congelati", ha affermato Kaim. Critiche al Gruppo di contatto anche da Russia e dalla Cina. Il il ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov, lo ha accusato di voler scavalcare il Consiglio di Sicurezza dell'Onu: "È un gruppo che si è auto-formato", ha affermato a margine del colloquio avuto a Mosca con il collega cinese, Yang Jiechi, "che sta tentando sempre più di assumere il ruolo-guida nel determinare la politica globale sulla Libia La Francia ha ordinato l'espulsione di 14 diplomatici libici fedeli a Gheddafi. Il Quai d'Orsay ha spiegato che ai 14 sono stati dati due giorni di tempo per lasciare il Paese perché non è più riconosciuto lo status di diplomatici.