lunedì 27 marzo 2017
Gabriele Sorrentin dopo aver colpito a morte i piccoli Alberto, 4 anni, e Marco, 2, ha inviato un messaggio alla moglie.
Il palazzo in cui è avvenuto il dramma a Trento (Ansa)

Il palazzo in cui è avvenuto il dramma a Trento (Ansa)

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Gabriele Sorrentino, il padre che ha ucciso i suoi due figli, travolto dai debiti e dalle bugie, quando ha colpito a morte i piccoli Alberto (4 anni) e Marco (poco più di 2 anni) ha inviato un messaggio telefonico alla moglie Sara Failla rassicurandola di "stare tranquilla". Quando l'uomo ha inviato quel messaggio il suo telefonino ha agganciato la cella telefonica della zona di Sardagna, quindi poco prima di suicidarsi gettandosi in un dirupo dal terrazzo dell'albergo Panorama, da tempo in disuso. Erano circa le
10,30. Nella mattinata di lunedì scorso l'attività di messaggini telefonici di Sorrentino, 43 anni, fino al 2014 maresciallo dell'Arma dei Carabinieri in servizio presso il nucleo elicotteri di Bolzano successivamente trasformatosi in broker finanziario anche se non era iscritto all'albo unico dei promotori finanziari, è stata decisamente elevata.

I primi messaggi risultano indirizzati alla famiglia d'origine, in particolare al padre Alberto, ex quadro dell'Alitalia che doveva andare a prendere i nipoti. Sorrentino scriveva di non andare a prendere i bambini perché non sarebbero andati a scuola perché nel corso della notte avevano dormito male. Le indagini faranno luce se questi messaggi il padre omicida-suicida gli aveva scritti dopo aver
ucciso a colpi di martello i figli Alberto e Marco mentre stavano giocando. Il loro decesso, stando alla certificazione dell'anatomopatologo consegnata alla Procura risalirebbe tra le ore 7 e le ore 10,15 di due giorni fa.

Successivamente una comunicazione alla consorte che i bambini sarebbero stati affidati alla nonna a metà mattinata. Un'informazione nella norma, Sorrentino aveva degli impegni lavorativi e poi attorno a mezzogiorno c'era l'incontro con la moglie dal notaio per finalizzare l'acquisto di un appartamento. Nel frattempo l'uomo aveva iniziato a posticipare gli appuntamenti con i suoi clienti accampando svariate giustificazioni.

Nell'ultimo sms inviato alla moglie, quello inviato molto probabilmente poco prima di togliersi la vita, scriveva che Alberto e Marco non erano dalla nonna e di stare "tranquilla". La moglie ha poi provato a telefonare e a inviare messaggi al marito senza però ottenere risposta. Poi, al rientro a casa, la terribile scoperta.

Un gesto “sorprendente e disperato, che desta incredulità negli stessi vicini”. Così i magistrati della Procura della Repubblica di Trento hanno definito l’atto di violenza con cui ieri mattina il 44enne ha ucciso nel soggiorno di casa i suoi due figlioletti di 3 e 4 anni. Gabriele Sorrentino, è poi salito sulla sua automobile per raggiungere la vicina località di Sardagna dove si è tolto la vita, gettandosi nel vuoto dalla terrazza dell’Hotel Panorama che domina il centro storico di Trento.

A scoprire il cadavere dei due bambini e a dare l’allarme è stata la moglie Sara Failla, informatrice veterinaria, rientrata ad ora di pranzo nell’appartamento al terzo piano con attico che la famiglia abitava da più di un anno in via della Costituzione, nel moderno rione “Le Albere”, affacciato sull’Adige: la figlia più grande, adolescente, era invece fuori città per una trasferta scolastica.

“Ci sembrava una coppia normalissima, li vedevamo a spasso per il parco con i bambini; un padre affettuoso, una persona equilibrata”: così nel primo pomeriggio un vicino di casa ha descritto l’omicida ai microfoni di radio Trentino inBlu. I rapporti con la moglie risultano normali, “senza tensioni o conflitti”, anche per gli inquirenti che attendono l’esito autoptico ed hanno già cominciato a scandagliare gli strumenti informatici di Sorrentino per individuare eventuali stati di sofferenza.


Per ora viene privilegiata in via generale la pista delle “difficoltà di natura finanziaria”. A proposito, il pubblico ministero Pasquale Profiti non attribuisce per ora rilievo a voci di un rogito per l’acquisto di un altro appartamento vicino, nello stesso quartiere ridisegnato dall’architetto Renzo Piano dieci anni fa e caratterizzato dal richiamo del visitatissimo Muse, il museo delle Scienze, a 50 metri dall’abitazione della famiglia Sorrentino. “Non li conoscevo, non li avevo ancora incontrati in questo rione nuovo”, confida il parroco don Rodolfo Pizzolli, fra i primi ad arrivare sul posto.

Il vescovo: siamo increduli

«Una simile tragedia familiare, con il suo indicibile carico di dolore, toglie il respiro – ha dichiarato l’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, rimasto incredulo come l’intera comunità trentina - . Nell’incredulità, siamo uniti. Chiediamo a Dio l’abbraccio, per sempre tenero e paterno, alle piccole vite spezzate. Consolazione per coloro che, improvvisamente, sono lacerati dall’assenza di volti e sguardi indimenticabili. Per ciascuno di noi, il dono di custodire la vita come il talento più prezioso, cogliendo spiragli di luce anche nel buio profondo. Viviamo, quanto più sappiamo sperare e infondere speranza».

Alla mamma, alla sorella e ai nonni dei due piccoli è andato anche il pensiero dei magistrati che hanno premesso all’incontro con la stampa una richiesta di comunicare con discrezione “lo stretto necessario” dell’evento, perché – ha avvisato il procuratore capo della Repubblica, Marco Gallina “dietro queste tragedie ci sono ancora persone che soffrono e dobbiamo evitare che dal racconto di questi fatti non nascano altre tragedie in un terribile effetto emulazione”.


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