giovedì 4 settembre 2014
Il missionario che a Palermo da 20 anni assiste senza casa e immigrati punta il dito contro Comune, Provincia e Regione: «Risorse esaurite. I miei centri d’accoglienza oggi chiudono».
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La missione Speranza e Carità di Palermo, che accoglie circa mille poveri e senzatetto, rischia di chiudere. Anzi, il suo fondatore, il missionario laico Biagio Conte ha proprio deciso di restituire le strutture alle istituzioni, perché «stanco di lottare contro i mulini a vento». «Autorità – dice rivolgendosi direttamente ai suoi interlocutori, Comune, Regione, Demanio – riprendete le strutture e, vi prego, anche tutti gli accolti; purtroppo non riesco più a garantire loro la luce, il gas l’acqua, i viveri, le medicine e i tantissimi bisogni per poter portare avanti le comunità, come una mamma che non ha da dare da mangiare al proprio bimbo ed è costretta ad abbandonarlo».Il paladino degli ultimi di Palermo, colui che ha sfidato il perbenismo della borghesia e ha costruito dal nulla una casa per migliaia di poveri nel centro di Palermo si sta arrendendo. E sceglie il giorno della festa di Santa Rosalia per lanciare il duro atto di accusa verso una città a cui «si è indurito il cuore». Se la prende con tutti il missionario cinquantenne palermitano, che all’inizio degli anni Novanta rinunciò agli agi di una famiglia di imprenditori e decise di dedicarsi ai poveri, a coloro che erano abbandonati da tutti. Migliaia di senza fissa dimora, di migranti, di donne sole, di uomini devastati dall’alcol e dalla droga sono passati da quella Missione Speranza e Carità realizzata in un ex sanatorio comunale abbandonato in via Archirafi. E poi Biagio ha raddoppiato gli sforzi e ha aperto la sede femminile, in altri locali abbandonati in via Garibaldi, e poi li ha triplicati creando la Cittadella del Povero, in un’ex caserma dell’Aeronautica in via Decollati, a due passi dal fiume Oreto, in una zona molto degradata. Mille ospiti ogni giorno da sfamare, da far dormire, lavare, accudire. Mille poveri che domani potrebbero trovarsi senza più nessuno che si occupi di loro.«Avete lasciato soli i poveri, i più deboli, e adesso anche la missione, che da quasi venticinque anni si adopera ad aiutare i senzatetto. Non ritengo giusto aver lasciato solo chi ogni giorno si prodiga in aiuto ai tanti poveri bisognosi», scrive in una lettera fratel Biagio, che un anno fa è guarito improvvisamente, dopo un viaggio a Lourdes, da una grave malattia alla colonna vertebrale che lo costringeva su una sedia a rotelle. In questo momento non arrivano più donazioni alla missione, né viveri, né denaro, ma continue minacce di sospendere l’erogazione dei servizi essenziali come luce e acqua, per bollette non pagate. A fine giugno anche il camper che da anni portava bevande e coperte a chi si trovava a vivere per strada è stato rubato. Nessuno ha restituito quel mezzo indispensabile per portare anziani e malati in ospedale per esami e controlli. Nessuno ha voluto donarne uno nuovo. I cuori si sono induriti, sono indifferenti, nota Biagio, eppure i poveri aumentano.La missione, che in quasi venticinque anni ha operato gratuitamente per portare aiuto ai più bisognosi, «non è stata compresa, ancor peggio non è stata accettata ed egoisticamente esposta ai tanti rivali della città di Palermo; in particolare mi sento lasciato solo dai titolari delle tre strutture: Regione, Comune, Demanio». Biagio è «stanco dell’eccessiva burocrazia e dell’indifferenza. Tutti siete a conoscenza di quanto la missione ha donato per aiutare questa martoriata terra di Sicilia».
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