martedì 13 ottobre 2020
Una sera del luglio 2019 sulla «superstrada del mare» ha dato un aiuto decisivo, da sola, a una motociclista gravemente ferita dopo un incidente, confortandola in attesa dei soccorsi
Chiara, a destra, e Valeria oggi.La giovane soccorsa ha perso una gamba e un braccio nel terribile incidente

Chiara, a destra, e Valeria oggi.La giovane soccorsa ha perso una gamba e un braccio nel terribile incidente - Collaboratori

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Il premio «Samaritano 2020» verrà consegnato a Chiara Silvestrucci sabato 17 ottobre durante una cerimonia, che avrà inizio alle 10.30 al Parco del Samaritano, nella zona della Madonnuccia a Petrignano d’Assisi. È la 29esima edizione di un evento nato su iniziativa di alcuni cittadini di Petrignano per ricordare un amico, Giancarlo Tofi, che il 12 ottobre del 1972 era stato investito e ucciso da un’auto mentre soccorreva un ciclista caduto sulla strada per Bastia Umbra.

Ha salvato la vita a una donna rimasta gravemente ferita in un incidente che poteva avere conseguenze anche per altri automobilisti. Il premio “Samaritano 2020” sarà assegnato a Chiara Silvestrucci, un’insegnante di 27 anni di Nocera Umbra, in provincia di Perugia, perché ha compiuto un gesto di coraggio e solidarietà che è andato oltre i doveri civici.

È la sera del 30 luglio 2019, un martedì, e Chiara sta tornando a casa dopo aver trascorso la giornata su una spiaggia del litorale marchigiano. Percorre con la sua macchina la statale 77 Valdichienti, che per gli umbri è la «superstrada del mare» quando, appena superata una curva dopo una galleria, in un tratto in leggera discesa a un chilometro dallo svincolo per Foligno, vede steso sull’asfalto il corpo esanime di un uo- mo che indossa una tuta da motociclista. È immobile e non dà segni di vita.

La ragazza mette le quattro frecce e si ferma. Poco più in là, nella parte opposta della carreggiata, c’è una moto di grossa cilindrata riversa a terra. È un incidente accaduto da poco. Forse c’è qualcuno ancora vivo. Chiama il 118. Sono le 20 di un giorno d’estate ed è quasi buio in quella strada tra le montagne, ma Chiara riesce a scorgere, un centinaio di metri più avanti, in mezzo alla strada, una sagoma nera che sembra muoversi.

Allora scende dalla macchina e corre verso quel punto: è una donna, anch’essa in tuta nera, non ha più il casco, ha perso le scarpe, ha una gamba fracassata e le manca il braccio sinistro. Chiara capisce che è in stato di choc ma ancora viva e cosciente e cerca di non farle perdere i sensi. Le parla, la incoraggia: «È questione di minuti, i soccorsi stanno per arrivare ». «Come ti chiami?» le chiede. E lei, con un filo di voce riesce a risponderle: «Valeria... E tu chi sei?». «Io sono Chiara, dai fatti forza, che ce la fai».

Ma la situazione è pericolosa, cominciano ad arrivare altre macchine, molte si fermano a vedere cosa è successo, si forma una coda, e così, con incredibile sangue freddo, la giovane insegnante cerca di tenere lontani i curiosi e di bloccare il traffico per evitare altri schianti. Rimane al fianco della donna ferita, però. E finalmente ecco due ambulanze e una pattuglia della polizia stradale. I vigili del fuoco transennano il luogo dell’incidente.

Per il centauro non c’è niente da fare, è morto sul colpo, mentre la donna viene portata in codice rosso all’ospedale folignate dove va in coma e si sveglia 5 giorni dopo in sala rianimazione. Le devono amputare la gamba sinistra, il braccio sinistro, invece, dal gomito in giù, lo aveva perso nel violento impatto contro il guardrail. Si chiama Valeria Masala, ha 52 anni, è di Terni, lavora in uno store di elettronica. Viaggiava con il compagno, Paolo Cardoni, 55 anni, impiegato al Comune di Todi: era lui che guidava la moto. Deve aver perso il controllo del mezzo, non si sa ancora perché. «Era un tipo prudente e scrupoloso » ha raccontato Valeria.

Forse è stata la classica “fatalità”: un sasso o un ostacolo comparso all’improvviso in mezzo alla strada, la moto va a sbattere sull’alto new-jersey e i due occupanti vengono sbalzati via. Anche loro erano stati al mare, a Numana, e tornavano in Umbria per una cena con gli amici. Solo lei si è salvata, grazie all’impegno di Chiara e alla sua sensibilità. «Sono stati minuti terribili e interminabili – racconta – e non mi sono data pace finché non ho avuto notizie di Valeria, volevo sapere come stava...».

Il suo è stato un gesto che dimostra un’attenzione verso l’umano destino, non risponde solo al dovere di cittadina. Il riconoscimento verrà consegnato a Chiara Silvestrucci il 17 ottobre durante una cerimonia (inizio ore 10.30) al Parco del Samaritano, nella zona della Madonnuccia a Petrignano d’Assisi. Il vincitore del Samaritano viene scelto ogni anno da una commissione che rappresenta enti, autorità locali, forze di polizia e stampa, tra le persone che si sono distinte per un atto di coraggio sulla strada che dimostri i valori universali di altruismo e amore per il prossimo.

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