giovedì 25 luglio 2013
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La proposta di legge contro l'omofobia, così come è stata formulata, rischia di introdurre «un vero e proprio "reato d’opinione"» impedendo «a chiunque di manifestare opinioni di senso opposto». Il Forum Famiglie, in una nota che pubblichiamo integralmente qui sotto, manifesta il proprio dissenso su un testo che, spiega, «sotto le sembianze di una giusta lotta alla discriminazione rischia di limitare la libertà di opinione e di libera espressione, introducendo al contempo una sorta di “privilegio” a favore di una specifica categoria di cittadini per via dei propri orientamenti sessuali». Tanto più che, prosegue il Forum, «la vigente normativa in materia di reati contro la persona è ampiamente adatta a punire i comportamenti che con la proposta di legge in esame si intendono perseguire». E' un tema sul quale si deve riflettere, conclude il comunicato: «Consideriamo inaccettabile che qualcuno in Parlamento voglia far approvare una legge così importante in tutta fretta».
---FARE UNA LEGGE DI FRETTA?PIU’ PERICOLOSO CHE UTILE.
Non ci convince, la proposta di legge volta a contrastare l’omofobia e la transfobia, da settimane in discussione nei lavori della Commissione Giustizia della Camera dei deputati, e in vista di una discussione in aula, dopo un lungo e tormentato iter. Rimangono forti perplessità sul testo, e sulla sua reale efficacia nel perseguire l’obiettivo esplicito, combattere la discriminazione e la violenza – queste sì inaccettabili - contro le persone omosessuali.
Al contrario, il testo in discussione si è rivelato particolarmente rischioso, soprattutto per il reale pericolo che esso possa introdurre un vero e proprio “reato d’opinione” e impedisca a chiunque di manifestare opinioni di senso opposto. La libertà di pensiero ed espressione di cui all’articolo 21 della Costituzione è perno della libertà di ciascun essere umano e della vita democratica della società, non può dunque essere compressa a favore di una sola categoria di persone. Sotto le sembianze di una giusta lotta alla discriminazione il testo rischia di limitare la libertà di opinione e di libera espressione, introducendo al contempo una sorta di “privilegio” a favore di una specifica categoria di cittadini per via dei propri orientamenti sessuali.
Non dimentichiamo che nel testo originale la proposta di legge si basava su definizioni ideologiche di “orientamento sessuale” e di “identità di genere” (poi fortunatamente eliminate) totalmente soggettive, di difficile qualificazione giuridica. Nello stesso modo, i concetti di omofobia e transfobia sono estremamente indeterminati dal punto di vista giuridico, e non possono certo essere assunti quale parametro per una eventuale sanzione penale. Perché non parlare invece, più semplicemente, di ‘discriminazioni e violenze contro le persone omosessuali o transessuali’, mettendo così davvero al centro della legge la protezione della “persona”, e non l’incerto concetto di “omofobia”?
Peraltro la vigente normativa in materia di reati contro la persona è ampiamente adatta a punire i comportamenti che con la proposta di legge in esame si intendono perseguire; non ravvisiamo dunque la necessità di introdurre nuovi reati o aggravanti, che avrebbero l’ulteriore conseguenza di attribuire dei privilegi – e una discriminazione al contrario – a favore di una singola categoria di persone.
Siamo poi convinti che l’introduzione dei reati di omofobia e transfobia potrebbe avere ricadute sulle norme del Codice civile che regolamentano il matrimonio tra uomo e donna e tutte le altre norme in materia di famiglia e minori, dove si parla di padre e madre, uomo e donna. E non basta inserire “clausole di salvaguardia” per impedire ricorsi al Tar, richieste di verifica di legittimità costituzionale, processi e citazioni in giudizio che potrebbero davvero stravolgere il quadro normativo attuale.
Consideriamo poi inaccettabile che qualcuno in Parlamento voglia far approvare una legge così importante in tutta fretta, a colpi di maggioranza, su un tema dalle così rilevanti implicazioni etiche e valoriali, dove è evidente che esistono posizioni fortemente divergenti non solo all’interno delle varie forze politiche, ma soprattutto nel Paese reale. A meno che non si voglia copiare l’esperienza francese, dove la feroce determinazione ideologica del governo Hollande ha portato ad approvare in Parlamento a tappe forzate il matrimonio tra persone dello stesso sesso, senza ascoltare la società e chi non condivideva questa fretta. Alla inevitabile protesta dei cittadini francesi sono seguiti pesanti interventi repressivi sulla libertà di espressione del popolo, poliziotti in assetto di sommossa che picchettavano carrozzine, passeggini e persone anziane, fino all’arresto e al processo per direttissima di Nicolas, pacifico manifestante “a favore della famiglia eterosessuale”. Per ora in Italia siamo al percorso in Parlamento a tappe forzate. Ci aspettano le altre stazioni del percorso francese? E perché dalla Francia non abbiamo importato anche l’attenzione alle politiche familiari?
In breve: apprezziamo ogni tentativo di “contenimento” dei rischi di questo progetto di legge; rimaniamo però fermamente convinti che la proposta di legge in esame non sia urgente, sia rischiosa, e necessiti di ulteriore approfondimento, non ideologico ed aperto a tutti gli attori della società civile. La vera urgenza è quella di non approvarla!
 
Forum delle Associazioni Familiari
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