lunedì 22 luglio 2019
Dopo 5 mesi al carcere di Bollate, l'ex governatore ha accettato la condanna (oltre 5 anni) e chiesto di essere autorizzato a fare il volontario in un convento di suore
Formigoni in una foto d'archivio Ansa

Formigoni in una foto d'archivio Ansa

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Può andare agli arresti domiciliari Roberto Formigoni, l'ex presidente di Regione Lombardia condannato per corruzione a 5 anni e 10 mesi di carcere nell'ambito del processo Maugeri-San Raffaele. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano che hanno accettato la richiesta dei difensori dell'ex presidente della Regione Lombardia di scontare la pena ai domiciliari, a casa di un medico amico, la cui offerta è stata valutata positivamente dal tribunale di Sorveglianza di Milano che ha acconsentito alla misura alternativa.

Formigoni potrà uscire così dal carcere di Bollate dove si trova recluso dallo scorso 22 febbraio da quando, dopo la pronuncia della Cassazione, la condanna dell'ex governatore è diventata definitiva. I difensori di Formigoni, gli avvocati Mario Brusa e Luigi Stortoni, avevano sostenuto che la legge Spazzacorrotti in realtà non era retroattiva. Proprio la nuova legge ha imposto forti restrizioni alle misure alternative al carcere per i condannati per corruzione.

L'ex governatore era stato condannato in via definitiva, il 21 febbraio scorso, a 5 anni e 10 mesi per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sulla clinica Maugeri. Il giorno dopo per lui si erano aperte porte del carcere di Bollate (Milano). Dopo la sentenza, la difesa aveva chiesto che l'ex governatore scontasse la pena ai domiciliari, visto che ha più di 70 anni, sostenendo che la legge 'Spazzacorrotti' (che ha inserito il reato di corruzione tra quelli per cui non possono essere chieste misure alternative al carcere) non sarebbe retroattiva. Una tesi contestata dalla Procura generale di Milano. Alla fine, il 29 marzo, la Corte d'Appello di Milano ha respinto la richiesta, stabilendo che Formigoni dovesse rimanere in carcere.

Poi qualche giorno fa, è arrivata la svolta. Formigoni si è presentato davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano, assieme ai suoi avvocati, per chiedere nuovamente la detenzione domiciliare. L'ex governatore ha una nuova carta da giocare: ha accettato la condanna e chiesto di essere autorizzato a fare il volontario in un convento di suore per il resto della pena.

L'accettazione della condanna è indispensabile per ottenere i benefici penitenziari. Anche il sostituto procuratore generale di Milano, Nicola Balice, aveva dato parere favorevole. E oggi è arrivata la decisione del Tribunale che ha concesso i domiciliari a Formigoni.

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