giovedì 14 gennaio 2016
Nel cuore di Napoli conducono la lotta anti camorra. Nonostante vite difficili e solitarie, mariti in galera o ammazzati e figli da crescere senza padri hanno dato vita a progetti e coop.
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Punta sulle donne, Forcella, per ritrovare l’identità sperduta tra omicidi e camorra, sotterrata sotto la cattiva fama di casbah e di 'cuore nero' di Napoli. Sulle donne perché, si dice, Forcella è un quartiere di uomini, abitato da donne. Perché le mamme qui sono le più combattive contro la malavita.  Sotto gli occhi di un san Gennaro dal volto di operaio, megamurale di Jorit Agoch, le Anna, le Gianna, le Antonella, le Nunzia mettono in scena spettacoli di voci, di movimenti, di suoni, riallacciando i legami di comunità, nei laboratori di Piazza Forcella, la struttura polifunzionale nel centro di Forcella, creata nell’ex Supercinema per iniziative destinate ai giovani e alle donne del quartiere. Sostenute, le donne hanno sogni che ostinatamente vogliono mutare in realtà no- nostante vite difficili e solitarie, mariti in galera o ammazzati e figli da crescere senza padri. Ci riescono Patrizia, Rosaria, Enza, Carmela e Concetta impegnate a servire in sala e a preparare i piatti tipici della tradizione culinaria partenopea con sottofondo jazz a Maccarò, il ristorante sociale nato nell’ambito del progetto 'Ieri, oggi e domani'. Fanno parte di una cooperativa nel settore della ristorazione. Tutta al femminile, naturalmente.  Forse le donne di Forcella sentono meno la stretta alla gola della biforcazione urbanistica che chiude Spaccanapoli costringendo perennemente a scegliere tra la strada che sale verso il luogo dove per secoli hanno avuto sede tribunale, prigioni, necropoli, e l’altra che scende verso il brulichio cittadino fino a congiungersi con il mare. Suggestione che invece pare coinvolgere i più giovani, tanti in un quartiere che conta 10mila abitanti o più, sempre tentennanti tra la vita impegnativa dello studio e del lavoro e quella apparentemente facile di camorra. Per loro un lungo elenco di iniziative. 'Percorsi d’arte' è un progetto di riqualificazione urbana e di formazione culturale e professionale promosso dal Comune di Napoli, elaborato dalle associazioni I Teatrini, 180° Meridiano, Murìcena Teatro e Teatri di Seta, e finanziato dal bando nazionale ’Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici’ della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tra teatro, fotografia, informatica e web, scorre una intensa attività dedicata alla formazione culturale ed all’avviamento professionale per oltre 100 giovani tra i 14 e i 30 anni. Sono i timori cristallizzati e gli intrecci burocratici a frenare la vitalità di Forcella. Eppure il quartiere è parte del centro antico di Napoli e un coordinamento tra persone, attività e luoghi renderebbe fruibili e visibili percorsi archeologici, mistici, artistici, sacri, enogastronomici. Una rivoluzione da attuare al più presto. A riflesso della conformazione urbana del quartiere due sono i simboli opposti. Il polo oncologico dell’ospedale Ascalesi, sempre più verso l’eccellenza, e il Trianon, una volta regno della sceneggiata, aperto nel 2002 e fermo dal maggio del 2014. Ribattezzato Teatro del Popolo e intitolato a Raffaele Viviani, con la direzione artistica di Nino D’Angelo aveva raggiunto quattromila abbonamenti con una programmazione di 50 settimane. Riaprirà a ottobre, forse. Saranno purtroppo persi i 'nipotini' dei Giuliano e Mazzarella, in alternanza i clan egemoni, eliminati da pentimenti e arresti, che si contendono con le pistole i metri quadrati delle piazze di spaccio, senza la strategia imprenditoriale e criminale degli avi. Ma non gli altri, i più. Nella casa del boss Luigi Giuliano c’è la Bottega delle Meraviglie, un centro di aggregazione giovanile del consorzio Proodos in prima linea nella battaglia contro la dispersione scolastica. Attività di doposcuola, sostegno, animazione e un laboratorio teatrale. E l’impegno, in sinergia con le scuole, per l’inserimento lavorativo dei giovani . Un vecchio boss, morto in carcere mai pentito, diceva di temere una sola arma, quella che avrebbe distrutto la camorra: l’istruzione. È verità e qui chiedono in regalo libri per i bambini e i ragazzi. E su un foglio fuori Piazza Forcella è scritto 'La cultura salva le anime'.
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