giovedì 14 ottobre 2010
Belgrado accusa la nostra polizia. In serata le scuse ufficiali del presidente Il Viminale: a noi nessun avviso. La Uefa: anche l’Italia ora rischia sanzioni. Dopo la notte di battaglia a Genova prima e dopo Italia-Serbia, restano le polemiche per le falle nella sicurezza. Teppisti armati allo stadio, il capo della Polizia: «Impossibile fermarli», ma Pd e Idv sono critici con Maroni. Aperta un’inchiesta della Federazione europea.
COMMENTA E CONDIVIDI
Genova si è svegliata sotto choc dopo la notte del Ferraris dove la festa, attesa da anni, è diventata un incubo e dopo che, già nel pomeriggio, si erano verificati episodi di violenza e teppismo con guerriglia urbana in centro Genova. Una guerriglia che è diventata anche uno scontro diplomatico tra Roma e Belgrado, dopo che alle scuse di prima mattina arrivate dalla Serbia sono seguite accuse alle nostre forze dell’ordine. Un caso apparentemente chiuso in serata con la telefonata del presidente serbo Boris Tadic a Berlusconi, nella quale è stato espresso il rammarico per l’azione dei facinorosi.Sul campo, alla fine 17 i teppisti slavi arrestati. Su tutti Ivan Bogdanov, leader degli ultras della Stella Rossa, visto in tutto il mondo mentre, volto coperto da passamontagna, bicipiti tatuati, a cavalcioni della recinzione del campo taglia con le cesoie la rete della tribuna di Marassi. Stadio, ironia della sorte, attiguo al carcere dove ora si trova il serbo. Per altri 35 ultras è invece scattata la denuncia a piede libero. Facinorosi che viaggiavano con petardi, artifici esplodenti ed incendiari, ma anche razzi di segnalazione acquistati a Genova ed una borsa siglata esercito italiano, forse avuta in seguito a possibili collusioni con tifoseria nostrana e violenta. In totale sono stati identificati 138 serbi, sui quali sono in corso accertamenti. Uno di loro avrebbe fatto spiegato di aver introdotto nello stadio i micidiali oggetti senza problemi, nascondendoli sotto maglie e giubbotti. Per alcuni degli arrestati, ieri, si sono svolti i processi per direttissima, dopo i quali sono stati scarcerati. Due condanne ai serbi e una per un italiano, che ha avuto tre mesi per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Unanime il consenso a polizia e carabinieri, che hanno lavorato impedendo che la situazione degenerasse, ma pagando però con una ventina di feriti (nessuno grave). Ma il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, ha attaccato Maroni: «Non ha saputo valutare il problema e soprattutto la pericolosità dei tifosi. Genova ha avuto danni per più di 100mila euro. Penso che il Comune farà un’azione per chiedere a chi vanno attribuite le responsabilità e ottenere un risarcimento».Ma la polemica è esplosa anche a livello diplomatico tra Serbia ed Italia. Da una parte le scuse e la promessa, per bocca del ministro degli Esteri Vuk Yeremic, di adottare «misure radicali nei confronti dei criminali che hanno provocato gli incidenti», arrivate in mattinata al capo della Farnesina Franco Frattini. Poi i toni da Belgrado sono cambiati, con le accuse alla nostra polizia. italiana. Per il ministro dell’Interno e vicepremier serbo, Ivica Dacic, infatti, le misure pre-partita non hanno funzionato: un gruppo non numeroso di tifosi l’ha fatta sospendere. Dacic ha rimarcato, per nulla contrito, che l’intervento della polizia italiana avrebbe potuto essere molto più efficace: non si doveva permettere l’ingresso allo stadio a tifosi armati di razzi, nel nostro Paese – ha insistito – questo non sarebbe avvenuto. Anche il viceministro dello Sport, Dragan Tanasov, si è polemicamente chiede «come sia stato possibile che gli hooligans abbiano potuto portare dentro quell’armamentario pirotecnico». Ma le accusa sono state respinte al mittente dal Viminale, secondo il quale è la polizia serba a non aver segnalato in alcun modo la partenza per l’Italia degli ultrà. Toni più concilianti da Umberto Bossi che ha ribadito la sua vicinanza alla Serbia: «Un grande popolo, io portai loro le medicine durante la guerra. Quelli dell’altra sera era solo tifosi». E dal sottosegretario agli esteri Alfredo Mantica, in visita a Belgrado: «I fatti di Genova hanno indubbiamente danneggiato l’immagine della Serbia, ma chi pensava che avrebbero intaccato i nostri rapporti ha sbagliato. Nulla cambia fra di noi e l’Italia mantiene il proprio impegno ad appoggiare la candidatura di Belgrado», ha detto a meno di due settimane del cruciale vertice europeo di Lussemburgo, il 25 ottobre.E nella capitale serba sotto choc ieri delusione, rabbia e timori per la prospettiva europea hanno caratterizzato il day after dei giocatori della nazionale, con la condanna unanime della stampa e delle tv per i gesti degli ultrà. L’unico a fare dichiarazioni è stato il presidente della Federcalcio, Tomislav Karadzic, che ha ribadito la sua convinzione: «Non erano venuti soli e di loro iniziativa a Genova. Gli organizzatori di quanto accaduto sono a Belgrado», lasciando intendere l’esistenza di un piano preciso e preordinato per far saltare l’incontro, anche con l’aggressione al portiere della nazionale Vladimir Stojkovic.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: