giovedì 9 dicembre 2010
«Se Berlusconi non prenderà atto della necessità di aprire, attraverso le sue dimissioni, una nuova fase politica, Fli voterà la sfiducia». In queste scarne righe del comunicato ufficiale diffuso al termine del vertice dei futuristi con Fini di stamane, è sintetizzata la linea ufficiale di Futuro e libertà rispetto all'appuntamento del 14 dicembre. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, però, non accette la richiesta del Fli e non si dimetterà.
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"Se Berlusconi non prenderà atto della necessità di aprire, attraverso le sue dimissioni, una nuova fase politica, Fli voterà la sfiducia". In queste scarne righe del comunicato ufficiale diffuso al termine del vertice dei futuristi con Fini di stamane, è sintetizzata la linea ufficiale di Futuro e libertà rispetto all'appuntamento del 14 dicembre. Ma a pesare sull'irrigidimento di Fli, che ufficialmente con Bocchino parla di una semplice riconferma della linea di Bastia umbra, hanno pesato le indiscrezioni su una trattativa in corso sottobanco col Pdl, culminata nell'incontro del numero due di Fli con il premier a Palazzo Grazioli. L'irritazione di Fini per queste indiscrezioni, diffuse da ambienti del Pdl e smentite senza troppa convinzione dallo stesso Bocchino, è stata registrata da diversi parlamentari presenti alla riunione, e ha avuto l'effetto di ricompattare anche i finiani più incerti sulla linea ufficiale.La fuga di notizie su una trattativa delicatissima, che ha creato tra l'altro malumori nell'Udc di Casini, viene considerata da Fli come l'ennesima prova di irresponsabilità da parte del premier, che in questo modo ha rivelato chiaramente di puntare al voto e di mirare a dividere Fini e Casini: discutere con lui, avrebbe detto Fini ai suoi, è solo tempo perso, oltre che una trappola. Ai finiani in particolare non è andato giù il tentativo di incrinare l'asse Fli-Udc e la stessa sopravvivenza del Terzo polo. Per questo motivo, ha ragionato Gianfranco Fini nel corso della riunione con lo stato maggiore di Futuro e libertà, la linea resta quella della richiesta delle dimissioni, unica via, per il premier, di evitare la sfiducia alla Camera. Da questo momento in poi, avrebbe aggiunto Fini, non possiamo più dare garanzie su nulla. Tutto questo ha avuto l'effetto di convincere anche i più incerti, come Silvano Moffa e Vincenzo Consolo: al termine del vertice il primo si è trincerato dietro un 'no comment', il secondo ha tagliato corto: "c'è una linea unitaria e io la seguirò".Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, comunque, non accetterà la richiesta del Fli e non si dimetterà prima del voto di fiducia del 14 dicembre. Lo ha detto il portavoce del premier Paolo Bonaiuti, nel corso di un dibattito tv con Nicola La Torre del Pd, aggiungendo di non sapere come stanno procedendo le trattative fra maggioranza e Fli. "Quello che è certo è che non ci saranno dimissioni. Un punto fermo e stabile della vicenda è questo", ha detto Bonaiuti.
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