venerdì 6 agosto 2010
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Legittimo impedimento. Processo breve. Riforma della giustizia e separazione della carriere. Cittadinanza agli immigrati. Federalismo. E ancora: quote latte, anti-corruzione. È quasi un programma alternativo, su cui sono pronti a convergere di nuovo, alla ripresa di settembre, quelli del cosiddetto correntone nato intorno all’astensione sul caso Caliendo. Nasce un coordinamento dei gruppi di Fli, Udc, Mpa e Api. D’ora in poi, di fronte a temi non concordati nella maggioranza con l’alleato finiano, sarà pronto a votare in modo difforme, e anche a mettere in minoranza il governo.Silvio Berlusconi ha già detto ai suoi, in tal caso, di tenersi pronti al voto anticipato. «Lo dice ma non lo farà», scommette con i suoi, in queste ore, Gianfranco Fini. «Non fa i conti con le prerogative del Quirinale e del Parlamento. E comunque dovrebbe sapere che, andando alle elezioni, oggi le perderebbe, al Senato. In ogni caso – continua a ripetere – dobbiamo tenerci pronti». Ma soprattutto gli uomini di Fini sono convinti che in caso di forzatura verrebbero allo scoperto anche al Senato altri dissidenti del Pdl in posizione di attesa, e la maggioranza potrebbe andar sotto anche a Palazzo Madama. A settembre ne vedremo delle belle», promette Fabio Granata, che preannuncia in tempi brevi «un rigorosissimo ddl anti-corruzione». E su temi come questi (come anche sulla proposta di cittadinanza breve Granata-Sarubbi) nel Pdl converge, al Senato, anche Giuseppe Pisanu, cosicché diventano più labili i margini, per Pdl e Lega, e non solo alla Camera.«Berlusconi o si dimette o governa, ma i governi vengono fatti o disfatti in Parlamento», avverte anche Pier Ferdinando Casini, convinto che il Quirinale non sia disponibile ad assecondare l’eventuale accelerazione verso il voto. «Se invece capisce la novità politica della nascita dell’area di responsabilità nazionale, si misuri con essa». «Un’iniziativa che rivoluziona la legislatura», la definisce Bruno Tabacci, di Alleanza per l’Italia. «Berlusconi – prevede – proverà a tirare la corda, dobbiamo prepararci allo scontro, anche elettorale. Anche se – precisa subito, anche lui – le elezioni non sono nella disponibilità del premier».Così l’«area di responsabilità» si prepara a due diversi scenari. O aggiungere, su singoli temi, i suoi voti a quelli della maggioranza, se questa scegliesse "equilibri più avanzati", come si diceva un tempo, sui temi controversi. Ma è anche pronta a aggregare proprio su di essi, e magari su una nuova legge elettorale, un governo di segno diverso. Con o senza il Pdl. E i segnali che arrivano dal Pd guardano già al dopo: «Dobbiamo offrire la candidatura a premier a Casini, è l’unico modo che abbiamo per battere Berlusconi», dice la dalemiana Livia Turco. E Francesco Rutelli, che assicura di non avere problemi a stare al fianco di Fini («Mi sentirei più a disagio con l’Idv», dice) invita il Pd a fare la stessa scelta.
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