Barani (Pdl): «Il fine della legge è proibire ogni forma di eutanasia»L’indisponibilità della vita umana secondo il capogruppo del Pdl in commissione Affari sociali, Lucio Barani è il principio ispiratore della legge sul fine vita. «La finalità fondamentale di questa norma è proibire qualsiasi forma di eutanasia», sintentizza Barani.Ma qualcuno dice che il secondo comma dell’articolo 32 della Costituzione dà una priorità alla autodeterminazione...Falso. I padri costituenti approvarono quella norma per vietare pratiche di sperimentazione medica attuate nei campi di sterminio e per proteggere la salute da illecite interferenze dei pubblici poteri. E allora il consenso informato?Non è il fondamento per un intervento sanitario ma la sua condizione, perché il fondamento dell’attività medica è la tutela del bene salute, costituzionalmente garantito. Si afferma che in base al principio di eguaglianza le Dat debbono essere vincolanti...Attribuire agli orientamenti manifestati prima dalla persona pienamente competente un valore giuridicamente vincolante per il dopo, in cui è sopravvenuta una incapacità di intendere e di volere, non significa affatto garantire l’eguglianza. In primo luogo perché il rifiuto attuale delle cure può sempre essere oggetto di un ripensamento, ma non quello espresso attraverso le Dat. L’alleanza terapeutica è un dialogo continuo, è dinamica non statica. Ed ha lo scopo della guarigione. L’unico modo di conferire dinamicità alle Dat è quella di non vincolare il medico e lasciarlo libero di decidere in scienza e coscienza anche in base all’evoluzione della ricerca.Gli altri elementi cardine della legge?Il "no" all’accanimento terapeutico. Una verità indiscutibile è poi il fatto che il paziente non può essere privato di idratazione e alimentazione comunque vengano effettuate.
Polledri (Lega): «Attuare l’articolo 32 significa aiutare i malati»«Non ci sono file di anziani che chiedono l’eutanasia, ma ce ne sono moltissimi che chiedono di essere aiutati». Massimo Polledri, che ha seguito per la Lega l’iter del fine vita in commissione Affari sociali, concretizza così l’indisponibilità della vita umana. Rodotà non la pensa così...Lo invito a leggere attentamente gli atti della Costituente. Attuare in pieno l’articolo 32 significa aiutare i malati. Non per niente esso è stato inserito nel Titolo secondo, che ha a che fare con la solidarietà. Un principio introdotto dalla tradizione socialista. Vale più il "favor vitae" o l’autodeterminazione?La risposta sta nei fatti. Non posso girare in un cantiere omettendo dei comportamenti di sicurezza. Non posso girare senza casco o senza cintura: si tratta di un comportamento che, se valesse la libertà più assoluta, dovrebbe essere lecito, invece, è un comportamento sanzionato. Nessuno, poi, viene, incriminato per aver salvato un uomo che ha tentato il suicidio.Quali i capisaldi della legge?Non ci deve essere né accanimento né abbandono terapeutico. Il consenso, inoltre, deve essere relato e dialogato e attuale. Questo è il presupposto dei trattamenti medici. Infatti, un conto è decidere oggi nella condizione ideale, in cui uno sta bene, è in salute, un altro conto è decidere in quel momento, alla soglia della morte. Questo dice il principio del consenso e lo confermò la Corte di Cassazione, dando ragione al medico che effettuò una trasfusione salvavita ad un testimone di Geova entrato in coma, nonostante quella persona avesse negato il consenso quando era cosciente.Perché porre come paletto anche idratazione ed alimentazione?Sono assolutamente convinto che nessuno voglia morire di fame e di sete. Alimentazione e idratazione sono trattamenti che tutelano la salute.
Pedoto (Pd): «La vita resti indisponibile. Ma occorrono più risorse»In linea di principio per Luciana Pedoto del Pd, oltre al "no" deciso alla eutanasia ed alla riaffermazione forte del principio della «indisponibilità della vita», tra le caratteristiche di una legge sul fine vita c’è anche la questione dei finanziamenti necessari. «Se davvero vogliamo fare qualcosa in questo campo, mettiamoci le risorse adeguate». Andiamo alla sostanza della norma...Sono d’accordo con una indicazione chiara su alimentazione ed idratazione. Come sostegni vitali non possono essere oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento. Nessuno deve essere lasciato morire di fame e di sete. A nessuna condizione devono essere sospese. Per quanto riguarda il no all’accanimento terapeutico...Devono essere evitate tutte le cure che hanno carattere sprosporzionato ed eccezionale o magari solo sperimentale. Ad eccezione del caso in cui nel tempo intercorso tra la redazione delle Dat e il momento di messa in atto, le cose siano cambiate per la scienza e quelle cure non siano più sproporzionate e sperimentali. Ma siano tali da salvare la vita del paziente. Mi preme sottolineare che sono anche contro l’euatanasia passiva...In che senso?Si deve evitare che il medico sia più preoccupato di rispettare le carte delle Dat che ha in mano, piuttosto che di salvare la vita del malato. Questo può avvenire se nelle dichiarazioni è contenuto il rifiuto di cure salvavita, che poi il medico si considera in dovere di mettere in pratica nel momento in cui il paziente è incapace di intendere e di volere, ad esempio in un caso di Alzheimer.
Santolini (Udc): «Viene riaffermata la forza dell’alleanza medico-paziente»«Una legge che dica chiaramente "no" sia all’accanimento che all’abbandono terapeutico, e che riaffermi, in modo chiaro e netto, la decisiva forza dell’alleanza tra medico e paziente», così Luisa Santolini, per l’Udc delinea il quadro di riferimento della proposta sul fine vita. Perché parlare di dichiarazioni anticipate di trattamento e non di testamento biologico?Tra i due concetti esiste un’enorme differenza che alcuni volutamente ignorano. Il testamento biologico indica la vincolatività della volontà del paziente, come se si trattasse di un defunto che dà disposizioni su una cosa. Ma si tratta sempre del corpo umano di una persona in vita. L’essenza delle Dat invece è la non vincolatività, per cui l’orientamento manifestato dal paziente deve essere preso in serissima considerazione senza che però sia vincolante per il medico. L’essenza del testamento biologico è la disponibilità della vita. Il presupposto delle Dat è la sua non disponibilità.Che carattere assumono queste dichiarazioni?La vincolatività delle Dat, fatte a volte in anticipo di anni, non contribuisce al bene del paziente, perché potrebbero non corrispondere più alla condizione del malato, in quanto potrebbero essere state scoperte nuove terapie, non previste al momento della redazione e lo stesso paziente in un altra situazione esistenziale potrebbe aver cambiato parere.Come provare che idratazione e alimentazione non sono terapie mediche?Quale patologia viene curata con idratazione e nutrizione? Se si sospendono alimentazione ed idratazione il malato non muore a causa della sua patologia, che potrebbe anche non avere, come nel caso di Eluana Englaro, ma semplicemente di fame e di sete. Per questo non devono essere oggetto di Dat.