mercoledì 12 settembre 2018
La maggioranza ricorre per la prima volta a questo strumento. L'opposizione contesta il fatto che il testo non sia ancora ufficiale e che sia stato già modificato in aula nel frattempo
Alcuni deputati del Pd rimasti in Aula per protesta (Ansa)

Alcuni deputati del Pd rimasti in Aula per protesta (Ansa)

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Anche questa maggioranza fa ricorso alla tanto vituperata pratica della «fiducia» e in Aula, alla Camera, è subito alta tensione. Il governo gialloverde pone sul decreto Milleproroghe la prima fiducia della legislatura e questa volta è il Pd a insorgere, accusando M5s e Lega di «atto eversivo», bollando come «illegittima» la fiducia stessa, in quanto autorizzata dal governo un giorno prima che il testo del decreto fosse firmato dal presidente della Repubblica e quindi pubblicato in Gazzetta ufficiale.

Quindi, di fronte alla presidenza della Camera che, pur non entrando nel merito della scelta politica fatta dall'esecutivo e della procedura seguita, valuta come regolare la questione di fiducia posta in Aula, i dem occupano i banchi dell'emiciclo e insistono attaccandoi giallo-verdi: «È stato compiuto per la prima volta un atto eversivo, mai vista una cosa del genere». Per il Pd autorizzare la fiducia ancor prima che il testo di un provvedimento sia ufficiale e, per di più, porre la fiducia su un testo profondamente modificato dal Parlamento, «è una cosa non solo illegittima ma che fa carta straccia della Costituzione e delle regole dell'Aula», spiega Alessia Morani.

Ma il governo va dritto per la sua strada e anzi rivendica: «si tratta della prima fiducia, dunque sono passati 100 giorni senza metterla, credo che sia un record per un governo e spero di continuare con questo trend, cioè di non mettere la fiducia», afferma il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro. Detto questo, reduce dalla conferenza dei capigruppo, sede in cui il Pd è tornato a lamentare l'illegittimità della fiducia, Fraccaro difende l'operato e le scelte dell'esecutivo, e liquida le proteste delle opposizioni come prive di fondamento. Quanto alla prima questione posta, ovvero che «il Consiglio dei ministri non potrebbe approvare il provvedimento e contestualmente dare mandato per eventualmente porre la fiducia qualora si renda necessaria, abbiamo verificato con gli uffici di Palazzo Chigi già da quando ci siamo insediati e non solo è legittimo, ma ci sono anche dei precedenti», spiega il ministro.

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