lunedì 23 maggio 2016
Un ordigno inesploso è stato rinvenuto nei pressi di una parrocchia in diocesi di Fermo. È il quarto episodio in 3 mesi. Don Albanesi: «Un altro avvertimento per chi si occupa di ultimi». Vincenzo Varagona
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Un ordigno, con la miccia spenta, è stato rinvenuto domenica a Fermo, nella zona periferica di Campiglione, vicino al portone della chiesa di San Gabriele dell'Addolorata. È il quarto caso in poche settimane, dopo le esplosioni in Duomo (28 febbraio, davanti alla casa parrocchiale), nella chiesa di San Tommaso nel quartiere di Lido Tre Archi (8 marzo) e a San Marco alle Paludi  (nella notte tra il 12 e il 13 aprile). Parroco di quest'ultima chiesa è don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco. L'ordigno di ieri mattina per fortuna non è esploso: ad accorgersene è stato il parroco don Luigi Traini, che ha notato un barattolo con una miccia e ha chiamato i carabinieri. Sono arrivati gli artificieri da Ancona che con un robot hanno messo in sicurezza l'ordigno. Il barattolo era pieno di polvere nera, accanto c'era una sigaretta spenta. Gli inquirenti dovranno stabilire eventuali connessioni con gli episodi precedenti. Secondo don Luigi è evidente una «manifestazione irragionevole di disagio e dissenso, che non va ridicolizzata ma valutata con attenzione. Dobbiamo capire bene chi abbiamo di fronte e perché agisce in questo modo». Nella parrocchia c'è il Banco di solidarietà, legato al Banco Alimentare. La voce di don Luigi si aggiunge a quella di don Vinicio, che conferma la sua chiave di lettura: «Siamo una Chiesa che dà fastidio. Questa situazione comincia a preoccupare, nel mirino ci sono più i preti che le parrocchie, in particolare i sacerdoti impegnati. Chi agisce conosce bene il territorio e ha scelto di colpire, probabilmente perché la nostra è una chiesa attiva su tutti i fronti, contro il degrado del quartiere e per l'accoglienza dei migranti. In questo territorio, evidentemente – continua don Vinicio – i preti che si occupano di Caritas danno fastidio, rompono un equilibrio. È come se qualcuno volesse dirci: calmatevi e ritiratevi. Un messaggio da parte di chi gestisce lo spaccio di droga e la prostituzione nel quartiere di Lido Tre Archi. Comunque, un gesto delinquenziale di bassa lega che non va sottovalutato».

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