sabato 9 luglio 2016
​Le esequie saranno celebrate nel Duomo della città dall'arcivescovo monsignor Luigi Conti, alla presenza della presidente della Camera Laura Boldrini.
LA TESTIMONIANZA Una sera in parrocchia con Emmanuel e Chinyery 
Fermo, domenica i funerali di Emmanuel
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Si terranno domani alle 18 nel Duomo di Fermo i funerali di Emmanuel Chidi Namdi, il profugo nigeriano di 36 anni ucciso con un pugno da un ultrà di destra, Amedeo Mancini. Le esequie saranno celebrate dall'arcivescovo di Fermo monsignor Luigi Conti, assieme a don Vinicio Albanesi. Sarà presente anche la presidente della Camera Laura Boldrini, a testimoniare la vicinanza dell'Italia alla vedova, Chinyery, e ai profughi ospiti del seminario vescovile.

"Sarò in Duomo con il Gonfalone del Comune", ha fatto sapere il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, "perché questa è una tragedia che riguarda tutta la comunità". Annunciata inoltre la presenza del presidente del Consiglio regionale delle Marche Antonio Mastrovincenzo, di altre autorità e di rappresentanti di movimenti e associazioni laiche e religiose. Fermo sarà in lutto cittadino il 12 luglio, giorno in cui è prevista anche una manifestazione in memoria di Emmanuel.

L'invito della Caritas. Monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma ha invece lanciato il suo invito "a ricordare nella preghiera in tutte le parrocchie Emmanuel, affidandolo al Padre, la sua compagna Chinyery, affinchè abbia la forza per affrontare questa tragedia e la nostra Chiesa, perchè abbia la sensibilità e la sapienza di riconoscere il volto di Cristo nei tanti rifugiati che chiedono aiuto".

L'autopsia. Nel frattempo sono stati diffusi i risultati dell'autopsia effettuata sul corpo del giovane nigeriano. Emmanuel sarebbe morto a causa di una frattura al cranio. Secondo quanto emerso il colpo sferrato da Amedeo Mancini, in carcere con l'accusa di omicidio preterintenzionale con l'aggravante razzista, sarebbe stato forte ma non fortissimo. Sul corpo sono state rilevate anche un'abrasione al polso, un ematoma a un polpaccio e segni di unghiate. "Emmanuel è stato ucciso dalle botte. L'emorragia interna devastante che l'ha ammazzato non è stata provocata dalla caduta all'indietro ma dal pugno che ha ricevuto in faccia. Se chi difende l'assalitore dice parte della verità sull'autopsia, questa mezza verità diventa una bugia", ha affermato don Albanesi, intervenendo sull'accaduto, che intende costituirsi parte civile nel processo. "La verità - ha sottolineato - bisogna sempre dirla tutta". Si terrà invece lunedì 11 luglio, alla scadenza dei termini, l'udienza di convalida del fermo di Mancini, come dichiarato dal suo legale Francesco De Minicis, suo difensore.

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