martedì 22 gennaio 2019
Bloccato dalla polizia penitenziaria, insospettita da alcuni elementi. Monsignor Renato Boccardo avvisato solo dopo la cerimonia, che è stata intensa e molto partecipata
Un'immagine di Spoleto (archivio)

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La Polizia penitenziaria lo ha fermato poco prima dell’incontro fra i detenuti e l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo, nel carcere di Maiano. In tasca aveva un coltello rudimentale, realizzato in cella. L'uomo, un nordafricano, aveva quasi certamente l'idea di aggredire il vescovo. Si cercherà di accertarlo. Si sa che comunque il maghrebino fino a quel momento non era monitorato per rischio radicalizzazione islamista. Gli agenti però si erano insospettiti dalla sua richiesta, un po' pressante, di poter partecipare all’incontro col presule.

«Per lui sarà disposto al più presto il trasferimento ad altro istituto, come previsto dalla circolare che ho emanato appositamente per i detenuti pericolosi e aggressivi», ha commentato il capo del Dap Francesco Basentini, che ha parlato di «un evento gravissimo e dalle possibili implicazioni terroristiche ». Il coltello era costituito dal manico di un rasoio e da una lametta appositamente incastonata nella sua testa.

L’arcivescovo Boccardo in occasione della messa per san Ponziano, patrono di Spoleto, il 12 gennaio, aveva voluto portare la reliquia del santo in carcere, dove ha poi presieduto la celebrazione insieme al cappellano, monsignor Eugenio Bartoli. Il gesto non ha compromesso la cerimonia: il carcerato è stato perquisito mentre si accingeva a entrare nella cappella. Boccardo è stato informato dei fatti successivamente, dal comandante della Polizia Penitenziaria Marco Piersigilli. La notizia è stata in seguito resa pubblica dalla segreteria di Spoleto dell'Osapp, Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria.

"La celebrazione eucaristica si è svolta normalmente - spiega una nota della diocesi di Spoleto-Norcia- nessuno ha percepito nulla. Al termine della Messa monsignor Boccardo si è fatto le foto con i detenuti che lo hanno richiesto dinanzi alla reliquia di san Ponziano, poi è sceso tra i banchi della chiesa del carcere per salutare uno ad uno i carcerati: in molti lo hanno abbracciato, diversi gli hanno consegnato lettere".

Un profondo momento di preghiera e di umanità con quanti, ha detto l’Arcivescovo - "portano enormi pesi nella vita, conseguenza di errori commessi, ma pur sempre figli amati da Dio".

Nella nota si legge anche che "monsignor Boccardo ringrazia la Polizia Penitenziaria per l’efficienza e la delicatezza dimostrata e per aver garantito il normale prosieguo della Messa. La presenza della reliquia di san Ponziano è stato un bel momento di preghiera, molto apprezzato dai detenuti presenti".

Di certo questo episodio non modificherà il servizio pastorale che la Chiesa assicura ai detenuti tramite il cappellano monsignor Eugenio Bartoli e il diacono permanente Francesco Pietro d’Urso, si osserva nella stessa noto. «Anche io, appena, possibile, - afferma Boccardo – tornerò in carcere per far visita a questi fratelli chiamati a costruire la pace nel loro cuore, a recuperare la capacità di progettare e di sognare».

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