sabato 13 aprile 2013
​A distanza di appena una settimana dall'ordinanza dei giudici milanesi, anche il Tribunale di Catania ha risollevato la questione di legittimità costituzionale del divieto di fecondazione eterologa (effettuata con gameti esterni alla coppia), previsto dalla legge 40.
SECONDO NOI Quell'idea di "coppia aperta", per ordinanza (5 aprile)
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A distanza di appena una settimana dall'ordinanza dei giudici milanesi, anche il Tribunale di Catania ha risollevato con ordinanza di rimessione del 13 aprile 2013 (il giudice estensore è Maria Paola Sabatino) la questione di legittimità costituzionale del divieto di fecondazione eterologa (effettuata con gameti esterni alal coppia), previsto dalla legge 40. Secondo i giudici siciliani tale divieto violerebbe gli articoli 2, 3, 31, 32 (comma 1 e 2) della Costituzione italiana. Lo riferisce in una nota l'associazione Hera di Catania. Il tribunale era stato chiamato a esprimersi sul caso di una coppia in cui la partner femminile è affetta da menopausa precoce. Tutto comincia nel marzo 2010, data in cui è stato depositato il ricorso. La vicenda legale è stata sostenuta dall'associazione Hera e curata dal Collegio nazionale di avvocati composto da Maria Paola Costantini del foro di Firenze, Marilisa D'Amico, ordinario di diritto costituzionale di Milano, Sebastiano Papandrea del Foro di Catania e Massimo Clara del foro di Milano. La coppia ha agito contro il Centro Umr di Catania, che giustamente non aveva praticato l'eterologa per via del limite previsto dalla Legge 40.
"Il Tribunale di Catania - ha spiegato l'avvocato Costantini - come aveva fatto la scorsa settimana il Tribunale di Milano, ha ritenuto ancora una volta che il divieto di fecondazione eterologa si ponga in contrasto con principi costituzionali fondamentali, tra cui il diritto dall'autodeterminazione della coppia, in relazione alla procreazione e al diritto di fondare una famiglia; il principio di eguaglianza tra coppie, discriminate in base al grado di sterilità e infertilità; il diritto alla salute della coppia. Questi sono pilastri ormai stabili e riconosciuti nel nostro ordinamento".Di tutt'altro avviso Eugenia Roccella, deputato del Pdl, secondo la quale "il Tribunale di Catania dà manforte a quello di Milano per un ennesimo attacco alla legge 40, in questo caso sulla fecondazione eterologa. È sempre più evidente che gruppi portatori di interessi economici rilevanti tentano di scardinare una legge confermata da un voto popolare per ampliare i propri profitti". Secondo la Roccella, "la fecondazione eterologa vuol dire commercio di gameti umani, sfruttamento delle donne giovani e povere, sottoposte a trattamenti ormonali che comportano rischi per la salute che in alcuni casi si sono rivelati mortali". "Credo che la magistratura - conclude - debba porsi il problema della tutela dei più deboli e non solo di assecondare lobby potenti".
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