lunedì 25 gennaio 2010
«Favara è un luogo generoso, ma disgraziato. A chi ha il potere chiediamo di guardare in basso, a chi nel popolo fa una fatica incredibile, anche se con estrema dignità. Alla famiglia Bellavia chiediamo di guardare in alto, a Cristo crocifisso». Così il parroco ai funerali, affollatissimi, delle due vittime del crollo di sabato.
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"Dio non ha abbandonato il suo popolo e i politici, che sono stati scelti dal popolo, non dovrebbero abbandonare coloro che sono rimasti indietro e i più poveri. Favara è un luogo generoso, ma disgraziato. A chi ha il potere chiediamo di guardare in basso, a chi nel popolo fa una fatica incredibile, anche se con estrema dignità. Alla famiglia Bellavia chiediamo di guardare in alto, a Cristo crocifisso". È uno dei passaggi dell'omelia pronunciata dall'arciprete di Favara don Mimmo Zambito ai funerali diMarianna e Chiara Pia Bellavia, le due sorelle morte sabato scorso nel crollo della loro casa in piazza del Carmine a Favara (Agrigento). Alla cerimonia funebre erano presenti diversi sindaci con la fascia tricolore e il deputato favarese del Pdl Nino Bosco.Un lunghissimo applauso all'uscita. Un lunghissimo applauso ha salutato l'uscita dalla chiesa madre delle bare bianche di Marianna e Chiara Pia le due sorelline di 14 e 3 anni morte nel crollo della palazzina nel centro storico di Favara. La prima bara portata in spalla da uomini della protezione civile e dei vigili del fuoco è stata quella della piccola Chiara, preceduta da una ghirlanda di fiori bianchi inviata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Anche la bara di Marianna era sorretta dai pompieri, sopra decine di fiori bianchi e un foglio di cartone rosa con disegni e messaggi scritti dai compagni di scuola. Qualcuno ha fatto volare, fuori dalla chiesa, decine di palloncini bianchi tra le lacrime e il dolore delle migliaia di persone che dentro e fuori la chiesa hanno assistito ai funerali.Il padre e la madre di Marianna e Chiara Pia, hanno seguito le bare entrambi sorretti dagli uomini della protezione civile che non li hanno mai lasciati da soli. Giuseppe Bellavia e Giuseppina Bello hanno ancora i segni sul volto delle ferite riportate nel crollo della palazzina di tre piani. Come in processione, dietro le due bare bianche hanno sfilato i parenti delle due povere vittime, in un clima di estremo dolore. I feretri sono stati sistemati su due auto grigie, con sopra due grandi corone di fiori, tra due ali di folla, e sotto una pioggia battente, che ha salutato, tra lacrime e tanta commozione le due sorelline, per molti vittime di una tragedia definita annunciata.
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