mercoledì 7 dicembre 2016
I vescovi umbri in viaggio tra abbazie, piazze e chiese semidistrutte dal terremoto: lavoriamo assieme per ricostruire il tessuto sociale delle comunità.
Vescovi umbri: «Fate tornare le famiglie nelle loro valli»
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La gente deve tornare ad abitare quanto prima i paesi della Valnerina feriti dal terremoto. La cosa più urgente è ricostruire il tessuto sociale delle comunità e la dimensione spirituale delle persone. Poi, si penserà alle chiese. «La Chiesa non vi lascerà soli».

Sono i quattro passaggi chiave che ben sintetizzano la giornata che ieri i vescovi dell’Umbria, guidati dal loro presidente, il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, hanno vissuto tra le popolazioni della Valnerina colpite dal terremoto. Nella piccola frazione di Ancarano hanno deciso di tenere la loro riunione. Il primo appuntamento è stato all’Abbazia di Sant'Eutizio a Preci, dove monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e 'padrone' di casa, ha mostrato ai suoi confratelli ciò che resta dell’antico complesso monastico citato nei Dialoghi da San Gregorio Magno.

Poi, sosta alle macerie di un altro gioiello della Valle Castoriana e Campiana, la chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia, completamente distrutta. Dalle 10.30 alle 13.00 i presuli si sono riuniti per il loro incontro, aperto da queste parole di Bassetti. «È edificante vedere la bellissima solidarietà della gente umbra per la Valnerina, terra dove si è avviata la civilizzazione dell’Europa grazie a San Benedetto e all'opera dei suoi monaci. Le persone – ha proseguito – devono tornare a vivere in queste valli. Non c’è tempo da perdere, dobbiamo tutti lavorare insieme».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’arcivescovo Boccardo. «Noi vescovi umbri abbiamo voluto dare un segno concreto di vicinanza e solidarietà a queste popolazioni. La cosa più urgente è ricostruire il tessuto sociale e far tornare le persone. È desolante vedere i nostri paesi senza vita. Come cristiani, siamo chiamati ad essere portatori di speranza tra la gente che, nonostante tutto, è tenace e guarda al domani con fiducia».

Prima del pranzo con gli sfollati nella tendopoli di Ancarano, i vescovi hanno partecipato ad un momento emozionante e carico di speranza: la messa in sicurezza della campana della chiesa della Madonna Bianca da parte dei Vigili del Fuoco. Una volta a terra, Bassetti e Boccardo hanno fatto risuonare la campana tirando il battacchio con una corda tra l’applauso e le lacrime dei presenti. Nell’omelia della Messa celebrata a Norcia nella tensostruttura adibita a Centro pastorale, dopo la visita alla 'zona rossa' della città, Bassetti ha detto che «ciò che i miei occhi hanno visto rimarrà indelebile nella mente e nel cuore. Non si può rimanere indifferenti dinanzi alle sofferenze di questo popolo. Che passeggiata triste per le vie di Norcia, che ricordavo piena di gente e di vita... Vedere le chiese crollate e le case lesionate è stato un duro colpo al cuore. Ma la statua di San Benedetto al centro della piazza rimasta integra è segno di stabilità, motivo di speranza e di rinascita».

Domenica scorsa invece l’arcivescovo di Spoleto-Norcia aveva celebrato la festa di Santa Barbara con i Vigili del Fuoco impegnati nelle zone della Valnerina. Prima era stato a Cascia, per la riapertura della Basilica di Santa Rita. «È il primo anello – ha detto Boccardo – di una lunga catena di ricostruzione di case e chiese. Siamo qui per dire tutti insieme che ricominciare è possibile». Poi a Norcia per la celebrazione della Messa alla presenza di moltissimi Vigili del Fuoco, ad iniziare dal Comandante nazionale Gioacchino Giomi. «La gente – ha detto il vescovo – vi ammira e vi ringrazia. Ogni giorno rischiate per il bene di queste popolazioni ed è doveroso dirvi un grande grazie, che si estende anche alle vostre famiglie che sono lontane. Oltre al dovere ci mettete passione, umanità, attenzione all’altro, condivisione, facendovi carico della sofferenza e del bene del prossimo».

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