martedì 9 febbraio 2021
L’emergenza Covid spinge l’indigenza sanitaria: 434mila gli italiani che non riescono più a curarsi. Ecco come (e dove) donare prodotti da banco
Al via la settimana della Raccolta del Farmaco per i poveri

Banco Farmaceutico

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C’è una conseguenza indiretta del Covid sulla salute che non si misura con i tamponi: è l’impossibilità di comprare medicine a causa delle difficoltà economiche in cui versano tanti italiani. L’anno scorso 434.000 persone si sono trovate in questa condizione secondo i dati dell’Osservatorio sulla povertà sanitaria, organo di ricerca del Banco Farmaceutico. I poveri hanno una capacità di spesa pro capite per i medicinali di 6 euro al mese rispetto ai 28 euro del resto della popolazione. La Giornata di Raccolta del Farmaco arriva in un momento cruciale, e anche per questo viene “dilatata” nell’arco di un’intera settimana, da martedì 9 febbraio al 15 febbraio.

In una delle 5.000 farmacie che aderiscono all’iniziativa (riconoscibili dalla locandina esposta all’ingresso) si possono acquistare e donare uno o più prodotti da banco, che il Banco Farmaceutico provvederà a consegnare agli oltre 1.800 enti assistenziali che si prendono cura dei poveri. La giornata-clou sarà sabato 13 febbraio, quando i volontari saranno presenti a turno davanti alle farmacie per invitare alle donazioni. «La pandemia ha acutizzato tendenze che erano già in atto come la crescita della povertà sanitaria – spiega Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti –. È importante che tutta la collettività si mobiliti per rispondere ai bisogni dei più fragili, e l’iniziativa del Banco Farmaceutico si conferma come uno dei più importanti momenti di solidarietà del nostro Paese».

I medicinali più richiesti sono quelli per il tratto alimentare, per il sistema nervoso e per quello muscolo-scheletrico, per le malattie metaboliche e per l’apparato respiratorio, ma servono anche presidi medici e integratori alimentari. Nell’edizione 2020 sono stati raccolti 541.000 farmaci, pari a 4 milioni di euro. Anche gli enti assistenziali che aiutano i poveri hanno subìto gli effetti della pandemia: il 40 per cento ha sospeso alcuni servizi, il 6 per cento ha chiuso e non ha ancora riaperto. Pesano la difficoltà di rispettare le norme di sicurezza negli ambienti e l’età di molti volontari anziani, e così molte persone che usufruivano di aiuti e cure, a causa della pandemia sono rimaste senza sostegno. I costi che gli enti devono sopportare risultano spesso insostenibili, per questo il Banco ha incrementato la distribuzione gratuita di dispositivi di protezione individuale (camici, mascherine, disinfettanti) per consentire a queste realtà di continuare la loro attività, che si configura come il terminale ultimo di una filiera che ruota attorno al Banco Farmaceutico e coinvolge le aziende produttrici (48 nel 2020 hanno fatto donazioni), quelle della logistica, 17.000 farmacisti, migliaia di volontari. «Il collante di questa grande rete della solidarietà è la cultura del dono – commenta Filippo Ciantia, direttore del Banco Farmaceutico –. E in questo momento c’è più che mai bisogno dell’impegno di tutti, anche piccolo come può essere la donazione di un medicinale ma molto importante per chi è in difficoltà».

Nel settembre dell’anno scorso, ricevendo in udienza il Banco Farmaceutico, Papa Francesco aveva sottolineato che la Giornata di Raccolta del Farmaco è «un esempio importante di come la generosità e la condivisione dei beni possono migliorare la nostra società». E aveva auspicato che in un’epoca di globalizzazione dell’indifferenza si possa «globalizzare la cura, cioè la possibilità di accesso a quei farmaci che potrebbero salvare tante vite per tutte le popolazioni. Per fare questo c’è bisogno di uno sforzo comune, e voi ne siete l’esempio».

Oltre a svolgere un ruolo di perno tra le aziende donatrici e gli enti assistenziali, il Banco promuove una campagna per l’utilizzo di medicinali usati e ancora validi che troppo spesso vengono gettati, alimentando uno spreco scandaloso e generando un costo supplementare legato al loro smaltimento, trattandosi di rifiuti speciali. Grazie al progetto Recupero Farmaci Validi non scaduti, nelle farmacie che aderiscono all’iniziativa i clienti – assistiti dal farmacista che garantisce la correttezza dell’operazione – possono depositare in appositi contenitori i medicinali di cui non hanno più bisogno, e che in seguito vengono consegnati agli enti assistenziali convenzionati con il Banco. Anche in questo caso, un piccolo gesto che diventa un grande aiuto e educa alla responsabilità.

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