mercoledì 18 maggio 2022
Alcune province dell’Isola primeggiano in Italia per emigrazione e denatalità. Sindaci e Chiesa uniscono le forze
Alcuni scorci lungo gli itinerari inseriti nel progetto “I cammini attorno al Lago Omodeo”, nato ad Oristano grazie all’impegno della pastorale diocesana del Tursimo

Alcuni scorci lungo gli itinerari inseriti nel progetto “I cammini attorno al Lago Omodeo”, nato ad Oristano grazie all’impegno della pastorale diocesana del Tursimo - .

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Non si ferma lo spopolamento in Sardegna: secondo gli ultimi dati Istat, tra le province del Mezzogiorno che presentano un calo della popolazione superiore alla media nazionale si collocano alcune province sarde, tra cui Oristano (-10,6 per mille). A determinare il fenomeno, non solo l’emigrazione ma anche la denatalità, con il record negativo di nascite che fa registrare una media di 0,99 figli per donna (contro quella nazionale di 1,25).

«Lo scenario è una conferma di ciò che si è verificato in passato – spiega Marco Luciano Zurru, professore associato di Sociologia economica dell’Università di Cagliari –: tassi di fertilità tra i più bassi in Europa e un aggravio dei tassi di mobilità, in particolare giovani- le, verso altre regioni italiane, Stati europei ed extraeuropei, dove i giovani si vedono più riconosciuti sia per le capacità professionali sia dal punto di vista stipendiale ». Quello della denatalità «è un dato legato alla dinamica di riposizionamento delle donne nel mercato del lavoro, che, come si è verificato per gli altri fenomeni socio-economici demografici, nell’Isola si è attuato in ritardo». Un tema, quello dello spopolamento e delle aree interne, sempre più al centro del dibattito regionale, di fronte a cui mancano ancora interventi politici strutturali.

«Le politiche di contrasto allo spopolamento – dice Emiliano Deiana, presidente dell’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) Sardegna – devono utilizzare la tecnica del mosaico: ogni tessera al suo posto, ma al servizio di un disegno complessivo, condiviso e democratico. Serve una politica che si connette, anche sentimentalmente, col popolo, e diviene forza di popolo perché sta dentro le comunità e le vive». Un fenomeno ben presente all’attenzione dei sindaci ma anche della Chiesa, impegnati in progetti miranti a creare reti e riscoprire le potenzialità dei territori.

Alcuni scorci lungo gli itinerari inseriti nel progetto “I cammini attorno al Lago Omodeo”, nato ad Oristano grazie all’impegno della pastorale diocesana del Tursimo

Alcuni scorci lungo gli itinerari inseriti nel progetto “I cammini attorno al Lago Omodeo”, nato ad Oristano grazie all’impegno della pastorale diocesana del Tursimo - .

Così nell’arcidiocesi di Oristano, è nato il progetto 'I cammini attorno al Lago Omodeo', grazie al direttore della pastorale diocesana del Turismo, don Ignazio Serra, che, assieme a tre collaboratori, ha riscoperto 14 sentieri (400 chilometri in tutto), che un tempo portavano i novenanti dai paesi alle chiesette campestri, e li ha testati in prima persona, attivando contatti con sindaci, produttori locali, ristoratori e albergatori degli 11 paesi del Lago (a cui se ne aggiungono altri tre) che ospiteranno gruppi e singoli pellegrini. «Un territorio poco conosciuto e valorizzato, ma con grandi potenzialità – afferma don Serra – : si tratta di unire un paese con l’altro, ognuno con le proprie specificità e bellezze, dai musei e dai siti nuragici alle Domus de Janas, in un gioco d’assieme in cui tutti si rilanciano reciprocamente.

L’obiettivo è creare opportunità per i giovani che scommettono sul riscatto delle loro comunità, rilanciando la micro-economia di queste ultime grazie a un flusso turistico costante. Il tutto – prosegue il sacerdote – grazie al concorso di una Chiesa in uscita, 'in cammino' sinodale, capace di incontrare la gente, prendersi cura del Creato alla luce della Laudato si’, ascoltare il grido dei poveri». «Abbiamo dato la nostra disponibilità nell’ambito del progetto – dichiara Sergio Ciulu, titolare sia del birrificio artigianale Horo sia del b&b Catedda, a Sedilo, entrambi costruiti su due antiche case di famiglia –, perché pensiamo possa essere un motore per sensibilizzare le amministrazioni locali nella valorizzazione del territorio».

Tra i Comuni in prima linea, quello di Sorradile – già attivo in diverse iniziative, anche in collaborazione con la diocesi, finalizzate al recupero del patrimonio ecclesiastico –, sede di un museo archeologico e delle necropoli di Prunittu, che ospiterà la presentazione del progetto il prossimo giugno: «I novenari rurali intorno al Lago, su cui lavoriamo già da tempo – osserva il sindaco Pietro Arca, che è anche presidente del Gal (Gruppo di azione locale) del Barigadu Guilcer –, costituiscono un patrimonio enorme, che offre tante possibilità, tra cui quella, per i giovani, di mettere in piedi progetti creativi».

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