venerdì 12 aprile 2019
L’8 aprile 2009 le commissioni parlamentari davano via libera al programma Joint Strike Fighter. Dieci anni dopo, il governo sta per prendere una decisione cruciale
F35, gli impegni del governo. Per gli ordini anno cruciale
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L’8 aprile 2009 le commissioni parlamentari davano via libera al programma Joint Strike Fighter. Dieci anni dopo, il governo sta per prendere una decisione cruciale per sospendere o concludere il progetto. Una scelta da 10 miliardi di euro. E la società civile rilancia la campagna per chiedere di interrompere l’acquisto dei cacciabombardieri F35 «costosi, inaffidabili, contrari ai dettati costituzionali» vista la capacità di montare bombe nucleari e l’autonomia da 1.100 chilometri.

Armi da attacco, dunque, non da difesa. Come confermato da documenti del Pentagono, anche il governo giallo-verde nel 2018 ha già sottoscritto almeno 6 nuovi contratti in prosecuzione all’acquisto di lotti recenti di F35. Rete italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci! e Rete della Pace lanciano una nuova mobilitazione per chiedere a Governo e Parlamento lo stop della partecipazione italiana al programma.

Dopo i primi 4 miliardi già spesi e almeno 26 velivoli già acquisiti o in produzione, il programma costerà almeno altri 10 miliardi di euro. La firma di Conte per l’acquisto di altri F35, sostiene il coordinatore di Rete Disarmo Francesco Vignarca, «suggerisce dunque l’intenzione di completare quantomeno la Fase 1 di acquisizione relativa alla produzione annua- le a basso rateo, per un fabbisogno di 7 miliardi, di cui circa 3,7 previsti per i soli velivoli ordinati e prodotti dal 2018 al 2023».

Per Vignarca «siamo allo snodo fondamentale perché tra il 2019 e il 2020 anche il nostro Paese dovrà decidere se sottoscrivere un contratto di acquisto pluriennale, diverso dagli acquisti annuali flessibili condotti finora. Dopo tale passaggio non sarà più possibile tornare indietro. Il continuo lievitare dei costi ci costringerà ad aumentare anche i fondi attualmente stanziati.

Ci appelliamo a chi si è sempre detto contrario agli F35: abbiate coraggio di una decisione che darà benefici veri al Paese». La prima mozione parlamentare del 2015, infatti, che chiedeva lo stop del programma F35, fu presentata da Sel e M5s. Bocciata in Parlamento, venne però votata compattamente anche dai grillini, oggi nella maggioranza e in ministeri chiave come la Difesa.

iulio Marcon, coordinatore della campagna Sbilanciamoci! spiega che 10 miliardi potrebbero essere spesi nello stesso settore produttivo per 100 elicotteri per l’elisoccorso, 30 Canadair, la messa in sicurezza da rischi sismici e idrogeologici di 5mila scuole, la costruzione di mille asili nido, creare 10mila posti nell’assistenza familiare a persone non autosufficienti.

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