sabato 10 maggio 2014
​"Il mio Pd è senza ombre".
Sala: l'Expo non può fermarsi
Promozioni e appalti, gli affari della nuova cupola di Gambacorta e Scavo
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Il ciclone Expo irrompe in una difficile campagna elettorale per le Europee, che fa già i conti con una scarsa propensione al voto e col voto di protesta anti euro e anti politica.I big prendono le contromisure, il primo a farci i conti è Matteo Renzi, che prova a far pesare la sua cifra di rottamatore, di fronte al coinvolgimento di un esponente simbolo della Tangentopoli di sinistra, come Primo Greganti, il signor G. «Tangentopoli non mi appartiene, non appartiene alla mia generazione». La strada è quella già indicata, «rompere con i vecchi sistemi di potere, si tratta semmai di farlo con maggiore coraggio, senza esitazione», ragionava ieri il premier con i suoi. «Ho sempre avuto una posizione molto garantista e proprio perché lo sono profondamente dico che bisogna essere severi con tutti. Non si possono vedere immagini con quello che tira fuori una busta: ti fanno schizzare il sangue alla testa», dice poi il premier a Virus. «La garanzia per tutti è che non si fanno sconti a nessuno».Di mezzo c’è un appuntamento simbolo cui sono affidate in gran parte le speranze di crescita del Paese. «L’Expo è un appuntamento importante che difenderemo e che sarà un successo per l’Italia», dice il premier intervenendo a "the State of Union" nella sua Firenze. Nella trasmissione condotta da Nicola Porro Renzi va indietro con la memoria: «Ricordo bene" Tangentopoli "perché allora leggevo giornali anche un po’ controcorrente. Il Giorno, diretto da Paolo Liguori. Ero un po’ strano anche da piccolo», racconta. E rivendica: «Non vedo esponenti ex Pd in questa vicenda. Ma io sono stato uno di quelli che non cercano un consenso facile e forse perdendolo». Il riferimento è alla campagna per il tetto alle retribuzioni di 240mila euro su cui l’Anm fu critica. Ma, «come i politici non devono metter bocca nelle sentenze i magistrati non devono condizionare la formazione delle leggi», ribadisce il premier. Anche se, ricorda, «nel mio staff mi dicevano stai buono, stai basso, non attaccare i magistrati».Ora però tocca ai magistrati fare il loro lavoro e bisogna che lo possano fare fino in fondo, essendo rigorosi. «Ma è da sciacalli buttarsi addosso a delle indagini per prendere mezzo punto in più. Pensano di poter cambiare i sondaggi, lo facciano, non arriverò mai a fare la meschinità di Beppe Grillo che, in occasione degli scontri all’Olimpico, prima mi ha attaccato dicendo "che vergogna Renzi, è rimasto mentre fischiavano l’inno nazionale", poi a Napoli ha detto: "avrei fischiato anch’io"».Nel mirino nel governo il ministro Maurizio Lupi, che si mostra sicuro, di fronte alla richiesta di M5S di andare a riferire in aula: «Richiesta legittima, doveroso rispondere».«C’è una corruzione diffusa in Italia che toglie molto all’economia del Paese, ma il politico deve essere in una casa di vetro», auspica il presidente del Senato Pietro Grasso. «Solo così si potrà estirpare il cancro della corruzione».
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