martedì 17 ottobre 2017
Secondo l'ex pm Raffaele Cantone vi sono anomalie in gran parte delle 25 procedure analizzate del valore di circa 9 milioni. Le tre procure hanno già aperto fascicoli di indagine.
Appalti Expo, l'anticorruzione invia atti ai pm di Milano, Brescia e Venezia
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L'Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone ha trasmesso alle Procure di Milano, Brescia e Venezia la delibera di chiusura dell'istruttoria su presunte irregolarità nella gestione degli appalti finanziati con fondi governativi per Expo e messi a disposizione dal Comune di Milano, tra il 2010 e il 2015, per informatizzare l'attività degli uffici giudiziari milanesi. È scritto nella delibera dove si evidenziano anomalie in gran parte delle 25 procedure analizzate del valore di circa 9 milioni. Le tre procure hanno già aperto fascicoli di indagine.

La delibera, pubblicata sul sito dell'Anac, è stata trasmessa alle tre Procure, e anche alla Procura della Corte dei Conti della Lombardia, "per gli eventuali profili di competenza". La Procura milanese, a giugno, aveva aperto un'inchiesta a carico di ignoti per turbativa d'asta dopo che l'Autorità nazionale anticorruzione gli aveva inoltrato una relazione della Gdf su presunte irregolarità su alcune (una ventina in tutto) delle 72 procedure in totale (per un importo complessivo di 16 milioni).

Nelle scorse settimane, poi, si sono mosse in autonomia anche le Procura di Brescia e Venezia che hanno chiesto gli atti all'Anac. La prima, infatti, è competente su eventuali reati commessi da toghe milanesi nella gestione degli appalti nei quali hanno avuto un ruolo l'Ufficio innovazione del Tribunale e
quello della Corte d'Appello, il primo diretto dall'allora presidente dei gip milanesi Claudio Castelli, ora al vertice della Corte d'Appello di Brescia. Da qui il fascicolo aperto anche dai pm veneziani, competenti su eventuali reati commessi da toghe bresciane. Gli accertamenti dell'Anac, invece, erano iniziati a febbraio dopo segnalazioni della Procura generale a seguito di un'inchiesta giornalistica del sito "Giustiziami" rilanciata da vari quotidiani.
Secondo la delibera Anac, si sono verificate una serie di violazioni del codice degli appalti perché il Comune di Milano "ha effettuato un improprio ricorso alle procedure negoziate senza previa pubblicazione del bando di gara". In pratica, ci sarebbero stati affidamenti diretti dei lavori, spesso a società già conosciute come Elsag Datamat e Net Service, senza rispettare i "principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza nonché libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e proporzionalità".

In relazione a molti lavori assegnati, infatti, l'Anac fa presente "che non è stata effettuata l'indagine di mercato volta a individuare la presenza di eventuali fornitori alternativi, con conseguente sottrazione all'evidenza pubblica di una fornitura di importo rilevante, ampiamente sopra soglia comunitaria". In più, ra le "criticità" messe in luce anche l'assenza spesso di "motivazioni vincolanti per l'affidamento del ervizio al medesimo fornitore, anziché estendere la platea a possibili altri operatori, al ine, anche, di ottenere migliori prezzi per la fornitura".

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