mercoledì 20 luglio 2016
​​Progetto da 380 milioni. I nuovi spazi saranno pronti nel 2012 e potranno accogliere sino a 20mila persone tra studenti e personale. Il rettore Vago: così più competitivi.
Expo, il campus della Statale al posto dei padiglioni
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​«Siamo dispersi, e questo ci penalizza», perché «non possiamo garantire un futuro competitivo con le altre università, almeno europee». Il rettore dell’Università Statale, Gianluca Vago, svela le carte e illustra il progetto per rilanciare l’ateneo milanese con un Campus nell’area di Expo 2015, "Science for citizens". Progetto che aveva preso avvio prima che la manifestazione iniziasse, ma che ora arriva al suo primo approdo: ieri mattina, con il voto favorevole del senato accademico e del Consiglio di amministrazione, è stata formalizzata la manifestazione di interesse dell’università ad Arexpo. Prevede lo spostamento di tutte le aree scientifiche di Città Studi - tranne quella medica e veterinaria - in 150mila metri quadri sul sito di Expo. Un piano che, secondo lo studio di fattibilità affidato a Boston Consulting Group, prevede un investimento tra i 340 e i 380 milioni di euro e che porterebbe 20mila tra studenti, ricercatori, tecnici e personale amministrativo a Rho-Pero. Vago ha illustrato anche i benefici del nuovo Campus in termini di risparmio: diminuiscono le superfici - dai 250 km quadri attuali - e le inefficienze di un’organizzazione non razionale dovuta alla frammentazione su più poli, si abbattono i costi di manutenzione ordinaria e di gestione, con un risparmio di 8/9 milioni all’anno. «Nessuna ristrutturazione – commenta Vago – potrebbe ricreare le condizioni» dell’area Expo, «ben servita e in posizione strategica».Ma da dove verrebbero i fondi per il Campus? Un terzo circa da una quota di finanziamento ventennale sostenibile dall’ateneo con un indebitamento «senza esporci a rischi». Altri 100 milioni dalla valorizzazione di Città Studi attraverso la vendita o la costituzione di un Fondo immobiliare, mentre 130 milioni da un cofinanziamento da parte di istituzioni pubbliche. «C’è l’impegno del governo», conferma il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, «i binari di riferimento sono realistici, non sono immaginari anche con il progetto di Humane Technopole». Se si realizzerà, il primo anno accademico potrebbe essere quello del 2021-2022. «Il momento decisivo» in cui l’ateneo capirà se procedere, sarà la «preparazione del Documento di programmazione economico-finanziaria» da parte del governo per ottobre, specifica Vago. «Se in sede di Legge di stabilità troverà posto il percorso di gestione e finanziamento di Human Technopole ci dovrebbe essere anche un riconoscimento politico del progetto della Statale».Partner dell’iniziativa potrebbe essere anche Cassa Depositi e Prestiti, come illustra il ministro Martina: «Cassa già si è affiancata in alcune attività di valutazione anche nel caso della Statale. C’è disponibilità a prendere in considerazione qualsiasi ragionamento per sviluppare il post Expo». A dare il benestare al Campus anche la vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo, e l’assessora regionale al Post Expo, Francesca Brianza.<+RIPRODUZ_RIS>
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