venerdì 2 maggio 2014
Dal presidente del Consiglio al sindaco di Milano, la volontà di rimettere al centro la questione dell’accesso al cibo.
Chiesa in campo contro la fame
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A un anno esatto dall’inaugurazione, la corsa contro il tempo per Expo ha il fiato corto. I lavori per il sito espositivo e le grandi opere infrastrutturali connesse si rincorrono 24 ore su 24 per recuperare i ritardi accumulati negli anni scorsi. E, fra le opere già avviate e quelle che non si faranno in tempo a fare, il tema, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, quello per cui Milano ha vinto la candidatura, nel lontano 2008 sulla turca Smirne è passato in secondo piano.Ma l’Italia e Milano non possono perdere la grande occasione. Quella su cui tutti puntano per superare la grande crisi e, come ha detto il premier Matteo Renzi, per dimostrare «che l’Italia funziona». Anche per lasciare quell’eredità “immateriale” nel dibattito mondiale contro la fame nel mondo, fortemente voluta dall’allora sindaco di Milano, Letizia Moratti. E ricordata ieri anche da Guido Barilla: «L’Italia può essere il Paese promotore di un progetto universale di ingaggio sui temi urgenti dell’alimentare. Expo 2015 è uno strumento unico e irripetibile». Alimentazione, sostenibilità, cibo sano e disponibile per tutti. L’Expo di Milano lanciava la sfida: È possibile assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile? L’appuntamento universale che farà di Milano la protagonista assoluta per sei mesi, dal primo maggio al 31 ottobre 2015, del dibattito sull’alimentazione è nato così. Non per stupire i visitatori con opere monumentali e padiglioni faraonici (anche se in realtà molti di questi lo saranno) come accadeva in passato (la Tour Eiffel dell’Expo di Parigi è l’esempio più gettonato) ma un progetto che rimanga ai posteri soprattutto per i suoi contenuti e per le risposte e le soluzioni che è in grado di dare sul tema della fame nel mondo.Ma con il passare dei mesi e degli anni, le querelle politiche sull’acquisizione dei terreni per il sito espositivo, i costi lievitati delle grandi opere connesse all’evento (strade, autostrade e metropolitane) e le polemiche sui tagli agli investimenti con la crisi che non dà scampo hanno preso il sopravvento. E il tema è così passato in secondo piano.«Adesso è giunto il momento di parlare del tema e dei contenuti» ha detto solo pochi giorni fa, al termine del sopralluogo del premier Matteo Renzi a Milano, il ministro per l’Agricoltura con delega all’Expo, Maurizio Martina. Da oggi, il "focus" deve essere riportato sul tema dell’evento, ha ribadito proprio ieri anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. «Non voglio più parlare di infrastrutture – ha detto Pisapia – ma dei valori del tema di Expo che potranno rafforzarsi nei sei mesi di evento attraverso il confronto tra soggetti diversi, per arrivare a soluzioni condivise e concrete». «Ecco – ha concluso Pisapia – dobbiamo essere seri e concreti e per questo impegnarci allo spasimo».Di fame nel mondo, cooperazione internazionale e nuove soluzioni tecnologiche per abbattere la contraddizione che c’è ancora sul Pianeta tra chi mangia troppo ed è obeso e chi ancora di cibo a sufficienza non ne ha e muore, in questi ultimi anni in realtà se ne è parlato poco. Anche se nel frattempo non si è stati con le mani in mano e si sono anche costituiti diversi comitati scientifici. Il primo, all’interno della società di gestione del grande evento, voluto dall’allora sindaco di Milano Letizia Moratti in realtà è sfumato tre anni fa. Nel 2012, il Comune di Milano, sulla base di un accordo sottoscritto con le sette università milanesi ha istituito "Il Comitato Scientifico Internazionale per Expo 2015" con il compito di approfondire, sviluppare e divulgare contenuti e valori del tema di Expo.In due anni sono stati organizzati dibattiti e incontri. «È un comitato che nasce dalla volontà di attivare relazioni nazionali e internazionali per approfondire, sviluppare, promuovere e divulgare i contenuti di Expo – spiega Emilio Genovesi del Comitato scientifico – recentemente sono entrati a far parte anche un rappresentante della Regione, del padiglione Italia e della società Expo. Purtroppo però quando si parla di Expo, si parla solo di opere e padiglioni e il tema non viene sviluppato. C’è un lavoro continuo ma meno notiziabile». Si però anche della "Carta 2015", una sorta di manifesto culturale e scientifico, destinato a rimanere come eredità del dibattito universale del 2015, proposta nel 2011 dall’oncologo Umberto Veronesi e da altri nomi noti del calibro di Mario Monti (poi successivamente diventato presidente del consiglio) non se ne sa più nulla.Nel frattempo è nato “Laboratorio Expo”, un progetto voluto dalla società Expo in collaborazione con la fondazione Giangiacomo Feltrinelli che ha lo scopo di coinvolgere la comunità scientifica in una riflessione sul mondo dell’alimentazione e dello sviluppo sostenibile. La Fondazione Barilla sta dal canto suo lavorando a un “Protocollo Milano” (come quello di Kyoto per l’ambiente) che ha presentato al ministro Martina. Ma per il momento tutto tace. Intanto, proprio per far partire idee, proposte e dibattiti sul tema, per la prima volta, la società civile avrà un padiglione dedicato all’Expo: Cascina Triulza. «Sono convinto che sia impossibile affrontare il tema centrale di Expo, "Nutrire il pianeta, energia per la vita", senza il contributo fondamentale della società civile» ha osservato il presidente del Senato, Pietro Grasso, alla presentazione del padiglione.
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