venerdì 17 dicembre 2010
Prodotto in Australia e tradotto in italiano dall'associazione Luca Coscioni, è stato trasmesso su Rai Tre all'interno del programma Dieci minuti di...programmi dell'accesso, spazio autogestito dai soggetti ammessi. Le reazioni di politici e realtà cattoliche.
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I radicali sono riusciti a fare andare in onda lo spot pro-eutanasia. Lo spot, prodotto in Australia e tradotto in italiano dall'associazione Luca Coscioni, è stato trasmesso su Rai Tre all'interno del programma Dieci minuti di...programmi dell'accesso, dedicato al mondo dell'associazionismo, che oggi ospitava l'associazione radicale.Nei dieci minuti di programma, il segretario, Marco Cappato, ha svolto azione promozionale nei confronti dell'attività dell'associazione. Al termine degli interventi di esponenti radicali, da Maria Antonietta Coscioni a Mina Welby, è stato trasmesso anche lo spot dichiaratamente pro-eutanasia. Trenta secondi circa, in cui un malato terminale chiede al governo di avere libertà di scelta riguardo la propria fine.LE REAZIONIIl governo «opera con coerenza a tutela della vita, di qualunque vita come di qualunque fase della vita. E su questo discrimine non possono che definirsi alleanze o contrapposizioni». Lo afferma il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi, con la delega del Consiglio dei ministri per il coordinamento delle politiche in materia di bioetica, commentando lo spot pro-eutanasia messo in onda su Rai Tre. Lo spot, continua Sacconi, «evidenzia il livello del conflitto politico e culturale sui temi antropologici». «Dall'inizio alla fine di vita, passando per la protezione delle fragilità umane e considerando in generale il rapporto tra ricerca ed etica - conclude Sacconi - si è definita un'agenda che inesorabilmente impegna la politica e le istituzioni».«Lo spot dei Radicali sull'eutanasia trasmesso da Raitre è un vero golpe mediatico. Si sta "pubblicizzando" un atto illecito come qualsiasi prodotto commerciale». Lo sostiene Luca Borgomeo, presidente dell'associazione di telespettatori cattolici Aiart. «Forse andrebbe anche rivista la logica degli spazi autogestiti - continua Borgomeo - Troppo spesso hanno una caratterizzazione politica e non accolgono tutte le opinioni».Lo spot dei radicali a favore dell'eutanasia, trasmesso su una rete del servizio pubblico nello spazio dedicato alle associazioni, «dimostra  ancora una volta con chiarezza che è in corso una campagna politica, prima che ideologica, per introdurre l'eutanasia nel nostro Paese». Lo sostiene il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella. La stessa campagna, sottolinea il sottosegretario, «cui abbiamo assistito nel corso della trasmissione su Rai 3 di Fazio e Saviano, Vieni via con me, durante la quale lo spazio sulla televisione pubblica è stato concesso soltanto alla propaganda pro-eutanasia mentre la possibilità di avere voce è stata negata a chi si occupa quotidianamente dei più fragili».«La Rai deve intervenire perché uno spazio pubblico dedicato al sostegno delle associazioni è stato usato per fare una proposta in dissenso esplicito con l'attuale ordinamento italiano che proibisce e condanna l'eutanasia». Così Paola Binetti, deputata dell'Udc. «Uno spazio pubblico - aggiunge Binetti - è stato usato per ferire i principi e lo stesso codice italiano, e immagino che i radicali si fossero ben guardati dal dire di cosa avrebbero parlato, sapendo che altrimenti quello spazio non sarebbe stato concesso. Un vero abuso di fiducia». «Stanno facendo di tutto, usando tutte le situazioni, dal piano esistenziale, a quello della comunicazione, e delle iniziative a sostegno delle associazioni - conclude Binetti - per promuovere qualcosa che non solo il nostro codice condanna, ma anche la sensibilità della maggioranza degli italiani. Voglio vedere se stavolta la Rai saprà concedere subito uno spazio anche a tutte le associazioni pro-life che propongono il messaggio opposto».«Dopo aver visto proporre una palese propaganda dell'eutanasia, che rimane un atto illecito, all'interno di uno spazio della rete pubblica nazionale, sollecitiamo ancora una volta la Rai affinché dia uguale voce tutti coloro che chiedono garanzia di assistenza e cura per chi, pur in condizione di massima fragilità, si batte per riaffermare il diritto a vivere». Questa l'istanza dell'Associazione Scienza e Vita.Sulla vicenda interviene anche il Movimento per la Vita, per il quale lo spot trasmesso dai Rai Tre «è solo l'ultimo episodio (in ordine di tempo) di una strategia eutanasica che mira, complici diversi mezzi di comunicazione, a propagandare la dolce morte». Il Movimento per la vita «denuncia e stigmatizza con forza questa massiccia campagna che continua da mesi nell'indifferenza di molti». E auspica che "le autorità di vigilanza della Rai possano attivarsi con tempestività per fare chiarezza su quanto accaduto». «Da cattolici non possiamo condividere l'atteggiamento tenuto oggi da alcuni esponenti del partito radicale che hanno utilizzato la spazio che Rai Tre dedica alle associazioni per promuovere uno spot pro eutanasia. È stato un gesto che condanniamo in quanto "esagerato" e che viola i principi del nostro ordinamento. A questo punto speriamo che la Rai intervenga per assicurare i dovuti spazi a tutte quelle associazioni che promuovono la vita». Lo dichiarano in una nota Antonio Buonfiglio, Aldo Di Biagio e Claudio Barbaro, deputati di Futuro e Libertà per l'Italia.
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