mercoledì 19 marzo 2014
​Ok del Senato alla parità di genere come regola per l'elezione dei componenti del Parlamento Europeo a partire dal 2019. I voti a favore sono stati 155, contrari 58 e 15 gli astenuti.
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Ok del Senato alla parità di genere come regola per l'elezione dei componenti del Parlamento Europeo. I voti a favore sono stati 155, contrari 58 e 15 gli astenuti.La norma è frutto di un accordo che si è perfezionato ieri con l'emendamento presentato dalla relatrice del provvedimento, la Democratica Doris Lo Moro, che l'Aula ha approvato."Nelle prime elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia successive alla data di entrata in vigore della presente legge - si prevede - nel caso di tre preferenze espresse" queste "devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l'annullamento della terza preferenza". Per le elezioni successive, dunque a partire dal 2019, si stabilisce che: "all'atto della presentazione, in ciascuna lista i candidati dello stesso sesso non possono eccedere la metà, con arrotondamento all'unità. Nell'ordine di lista, i primi due candidati devono essere di sesso diverso". All'ufficio elettorale circoscrizionale viene dato anche il compito di "verifica" del rispetto della parità nelle liste e si dice che "in caso contrario, riduce la lista cancellando i nomi dei candidati appartenenti al genere più rappresentato, procedendo dall'ultimo della lista, in modo da assicurare il rispetto della medesima disposizione".Qualora la lista, "all'esito della cancellazione delle candidature eccedenti, contenga un numero di candidati inferiore al minimo prescritto", l'ufficio "ricusa la lista". Lo stesso organo "verifica altresì" che nelle liste dei candidati sia rispettato il criterio delle quote. "In caso contrario, modifica di conseguenza l'ordine di lista, collocando dopo il primo candidato quello successivo di sesso diverso".Infine, si modifica il titolo V della legge per la promozione dell'equilibrio di genere nella rappresentanza politica alle elezioni del Parlamento europeo, stabilendo che l'elettore può esprimere fino a tre preferenze. "Nel caso di più preferenze espresse, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l'annullamento della seconda e della terza preferenza". E si inserisce la norma transitoria per le elezioni del prossimo maggio.
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