lunedì 12 agosto 2013
​Al Meeting di Rimini testimoni di unità nella diversità. Vittadini: in una mostra esempi virtuosi nei campi dell’educazione, solidarietà, ricerca, scienza, ecumenismo
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Le quotazioni dell’Europa nell’opinione pubblica italiana (e non solo) sono ai minimi storici. Molti la avvertono come un’entità lontana, estranea o addirittura ostile. Eppure non possiamo farne a meno, anzi, le connessioni tra gli Stati diventano sempre più vincolanti sotto il profilo normativo, economico e culturale. Ma come è possibile passare dallo scetticismo, da un’Europa "subìta" a una posizione di protagonismo e di apertura? Come riscoprire la verità e la forza di una frase che i "padri fondatori" - il tedesco Konrad Adenauer, il francese Robert Schuman e l’italiano Alcide De Gasperi amavano ripetere, "quello che ci unisce è più forte di quello che ci divide"? Ci prova il Meeting di Rimini con una grande mostra densa di testimonianze, di storia, di analisi e di proposte, frutto di un anno di lavoro da parte della Fondazione per la sussidiarietà e che verrà inaugurata domenica 18 dal presidente del Consiglio, Enrico Letta: «Sinfonia dal ’nuovo mondo’. Un’Europa unita, dall’Atlantico agli Urali». «Contano le idee, ma soprattutto contano le testimonianze – sottolinea Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà e uno degli ideatori della mostra –. Abbiamo intercettato opere e persone che in diversi ambiti – cultura, scienza, università, solidarietà, fino all’ecumenismo – documentano come l’unione tra persone appartenenti ai differenti popoli europei sia possibile e già praticata. Sono ’inizi di novità’ che possono diventare punti di riferimento per una concezione di Europa che metta in primo piano la persona e i popoli piuttosto che burocrazie anonime o istituzioni avvertite come lontane o ostili. Un’Europa che sia luogo di unità nella diversità». Ecco alcuni esempi che nella mostra – promossa con la collaborazione di numerosi studenti e docenti universitari, del Tg1, della Fondazione De Gasperi e della Fondazione Adenauer, e di cui Avvenire è media partner – vengono presentati con dovizia di particolari con l’ausilio di strumenti multimediali. Educazione alla convivenza. In Bosnia ed Erzegovina ci sono 14 scuole, ospitate in sette località, frequentate da cinquemila studenti. «Nel lavoro educativo quotidiano tentiamo di rispettare le differenze, incoraggiando i giovani a rimanere ciò che sono: buoni musulmani, buoni cattolici, buoni ortodossi. Sono scuole fondate dalla Chiesa cattolica che svolgono un servizio pubblico, educano gli alunni ad accettarsi e valorizzarsi a vicenda, a scoprire il valore della convivenza – spiega il vescovo ausiliare di Sarajevo, Pedro Sudar –. Dobbiamo far guarire l’anima della nostra gente, superare la paura che ci ha dominato per tanto tempo e che è la vera radice del nazionalismo, I ragazzi portano nelle famiglie il messaggio che ricevono a scuola. Siamo sopravvissuti alla guerra e abbiano ricostruito ciò che la guerra aveva distrutto grazie alla grande solidarietà delle Chiese europee». Lo scambio dei cervelli. Il Cern di Ginevra – l’organizzazione europea per la ricerca nucleare che ospita il più grande laboratorio di fisica delle particelle nel mondo – è un’eccellenza scientifica nata contemporaneamente all’Europa politica e modello di collaborazione tra scienziati di diverse nazionalità. «È nato dalla convinzione che la realtà sia razionale e che l’ordine che la esprime ci dice qualcosa di importante per noi – dice il professor Lucio Rossi –. Gli Stati Uniti hanno chiuso i loro acceleratori e adesso vengono in Europa a fare ricerca al Cern. Si parla sempre di fuga dei cervelli, al Cern i cervelli arrivano». E sempre a proposito di cervelli, la mostra propone storie di giovani italiani che attraverso l’esperienza dei soggiorni-studio di Erasmus o dei dottorati di ricerca testimoniano la possibilità di valorizzare il capitale umano e di incontrare culture diverse in una dinamica di reciproco arricchimento. Come Stefano Facchini, astrofisico, che frequenta il primo anno di dottorato all’università inglese di Cambridge: «Studio una fase che si interpone tra la formazione delle stelle e quella dei pianeti. L’esperienza di ricerca comunitaria è un propulsore per potere fare ricerca bene: quando non ho un’idea, ce l’ha un altro. Vedere negli occhi degli studenti lo stupore e la bellezza di quello che tu gli stai dicendo: nel riflesso di questo stupore ti puoi riappassionare anche tu. Le mie frontiere si sono decuplicate.Solidarietà alla prova. La Federazione europea dei banchi alimentari, fondata nel 1986, promuove in molti Paesi, tra cui l’Italia, la cultura e la pratica della solidarietà, un valore che è diventato ancora più importante in questi tempi di crisi. Il sostegno alla povertà alimentare e il recupero delle eccedenze perché non diventino spreco sono i fronti su cui i rappresentanti dei Banchi dei vari Paesi sono impegnati a Bruxelles per sollecitare interventi adeguati alle autorità comunitarie e favorire lo sviluppo di un’economia solidale.
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