martedì 10 agosto 2010
Affondo del vice-capogruppo finiano Della Vedova che mette nel mirino anche la legge sulla fecondazione assistita. Critiche e malumori tra amici e avversari.
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Ampliare il fossato dal governo e dal Pdl. Far emergere distanze sostanziali dall’Udc. Mettere a disagio i finiani che hanno lasciato con qualche remora Berlusconi. Sinora sono questi i tre effetti sortiti dall’annuncio di Benedetto Della Vedova - vicecapogruppo della neonata formazione Futuro e libertà alla Camera - di presentare una «iniziativa parlamentare sulle coppie di fatto anche gay», fare «un passo indietro sul biotestamento» e «rimettere mano» alla «assurda legge» sulla procreazione assistita.L’origine del caso è nell’intervista rilasciata dal deputato ex radicale sul canale Youtube del massmediologo Klaus Davi. «È grottesco che l’Italia resti l’ultimo paese d’Europa che non ha una legge civile sulle coppie di fatto anche gay», aveva dichiarato. E ancora: «Suggeriamo un disarmo bilaterale, un passo indietro» per quanto riguarda il testo sul biotestamento, già approvato dal Senato e in attesa di essere discusso alla Camera. Infine, Della Vedova sulla web tv propone di modificare, allargando le maglie, la legge 40. I primi a restare perplessi erano stati, da subito, alcuni fuoriusciti dal Pdl come Souad Sbai e Catia Polidori. «Cosa sto a farci in questo gruppo?», si è chiesta la parlamentare marocchina invocando l’intervento chiarificatore del leader Fini. Malumori che adesso cerca di placare il portavoce Silvano Moffa, provando a far tacere i «falchi»: «I temi che attengono alla libertà di coscienza non sono ora i più rilevanti, ci sono questioni più urgenti, dobbiamo porre l’attenzione sullo sviluppo». Parole che hanno raccolto il plauso del democratico Luigi Bobba e dell’Udc (ed ex Pd) Enzo Carra.I berlusconiani parlano di «ennesima provocazione» per accelerare il ritorno alla urne, ma per marcare la volontà dell’esecutivo di non scendere a patti sui temi etici, interviene anche il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella. Che pone due domande: «Tutto il gruppo Fli si ritrova nelle posizioni di Della Vedova? E come queste proposte si conciliano con l’appoggio al governo, che invece sulla bioetica persegue obiettivi molto diversi?». Il capogruppo dei senatori azzurri, Maurizio Gasparri, risponde per le rime: quella sulle coppie di fatto è una proposta «impraticabile, l’argomento è inesistente». «La vera emergenza – afferma anche il sottosegretario Carlo Giovanardi – è quella legata alla famiglia, alle donne e ai bambini». Piuttosto, riprende Gasparri, «affrontiamo la legge sul testamento biologico, che il Senato ha approvato e sulla quale la Camera è in grave ritardo». È una stoccata all’inquilino di Montecitorio, che sin da principio si è espresso contro il testo licenziato da palazzo Madama, considerandolo degno di uno «Stato etico». Ma nel Pdl l’occasione è ghiotta per mettere in luce anche l’incompatibilità sui valori con l’Udc di Casini e, dunque, l’improponibilità di un "terzo polo". Occasione che non perde nemmeno il Pd con Giorgio Merlo: «Sarà divertente misurare l’affinità tra Della Vedova e Binetti».Per i centristi, d’altra parte, la sortita di Della Vedova rappresenta «l’opportunità per dirci con chiarezza su cosa non si può collaborare». E molti commenti sembrano cubetti di ghiaccio sul dialogo appena partito con Fli. Paola Binetti ha due "missive". Una ironica per Della Vedova («Caro Benedetto, ti ringrazio per aver sollevato il tema così sappiamo con chiarezza dove non convergeremo mai»), l’altra per Fini («Caro Gianfranco, sei disposto a perdere altri pezzi del tuo elettorato su questi temi?»). Poi la deputata, in una nota, ribadisce: «Si assumano la responsabilità di quello che dicono in un momento così caldo, in cui sarebbe importante costruire aree d’intesa». Il timore è che Della Vedova non abbia parlato a titolo personale, ma abbia espresso la «sensibilità» e l’agenda di Fini.
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