sabato 11 settembre 2010
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C’è attesa per i risultati delle perizie, soprattutto quelle sui proiettili e le loro traiettorie, e per le ricostruzioni tridimensionali della dinamica del delitto di Angelo Vassallo. Dalla Procura distrettuale di Salerno non filtrano indiscrezioni dopo l’autopsia svolta da Francesco Vinci, docente nell’Università di Bari e direttore del Centro Balistica Forense, però gli inquirenti hanno un’idea più nitida su come può essere andata l’esecuzione. Resta intanto e sempre sullo sfondo la possibilità di un patto fra camorra e ’ndrangheta. Come pure i lavori al porto di Acciaroli, le concessioni edilizie (e non solo), l’ipotesi stessa che il sindaco di Pollica possa aver pestato troppo i piedi a chi voleva smerciare droga, su vasta scala, in queste zone. Tuttavia – cinque giorni dopo l’assassinio – nessun’altra pista è ancora cancellata dagli investigatori.«Non ho valutazioni da fare rispetto al lavoro dell’autorità giudiziaria e della Dda di Salerno per evitare sovrapposizioni con il loro lavoro – ha detto ieri, dopo il funerale, il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano –. Ma nessun sindaco è lasciato solo, anzi l’impegno del governo di questi anni è stato di affiancare i sindaci con strumenti normativi e sostegno delle risorse». Certo è – anche a voler ignorare l’immediata avocazione dell’indagine da parte della Dda salernitana – che appare difficile convincersi che le criminalità organizzate non c’entrino nulla, nemmeno indirettamente, in questa storia.Era per esempio ad appena venti chilometri da qui, a Castellabate (sempre Cilento), l’hotel “Castelsandra” che anni fa venne confiscato alla camorra. E c’è poi la relazione della Direzione nazionale antimafia del 2009. Quella nella quale si legge che «il minore  numero di indagini e di attività giudiziarie per fatti di rilevanza distrettuale nel territorio cilentano non è indice di minori infiltrazioni della criminalità organizzata nei settori dell’agricoltura e del commercio». Il turismo (e il suo indotto) su tutto, ma anche il commercio e l’agricoltura sono appetibili dai boss: «Deve ritenersi – scrivevano i magistrati – che questo contesto tradizionalmente “silente” possa, così come è avvenuto nel passato, agevolare una politica di reimpiego di significativi proventi finanziari». Tanto più che sempre nel Cilento «meritano di essere approfonditi» i contesti economico-finanziari, «soprattutto in relazione ai rischi di riciclaggio di proventi illeciti in aree di grande attrazione turistica». Pino Ciciola
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