giovedì 16 maggio 2013
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Potrebbe tenersi già la prossima settimana il primo incontro tra governo e parti sociali sulle modifiche alle riforme del mercato del lavoro, delle pensioni, e sul piano di rilancio dell’occupazione. Ieri il ministro Enrico Giovannini ha annunciato «entro fine giugno» il pacchetto per il lavoro ai giovani, che riguarderà le politiche da coordinare a livello europeo e gli interventi nazionali. Il titolare del Lavoro, parlando in Senato, ha ricordato l’estensione del fenomeno dei neet (acronimo inglese per definire i giovani che non studiano e non lavorano) arrivati in Italia a quota 2,1 milioni, una situazione che «ci dà l’idea del capitale umano che stiamo sprecando». Il problema occupazionale «è talmente ampio che non si può affrontare solo con interventi sul piano legislativo», ha spiegato il ministro, per riassorbire i disoccupati serve «una crescita economica inclusiva». Per spingere la ripresa il governo punta ad agire su più tavoli. Uno è quello europeo, utilizzando anzitutto le risorse comunitarie previste, i 6 miliardi del progetto Garanzia giovani (per l’Italia sono solo 400 milioni), e cercando di implementarle. L’obiettivo però è poter escludere le spese per l’occupazione dai criteri di calcolo del deficit. Servono infatti risorse per inventivi e sgravi fiscali, un’operazione che sarà fatta dopo l’uscita dell’Italia dalla procedura per deficit eccessivo, attesa entro il vertice Ue di giugno. Il mondo delle imprese e del lavoro attende interventi non solo simbolici. Ieri il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi è tornato ad ammonire che la crescita può ripartire «solo dall’industria», chiedendo, oltre al pagamento dei debiti della Pa, «un intervento sul costo del lavoro e l’armonizzazione degli interventi sull’Imu, specialmente su quelli che impattano sull’attività produttiva». Nessun commento per ora sulla decisione di Palazzo Chigi di lasciar fuori i "capannoni" dal taglio d’imposta atteso nel decreto di domani, misura che certo non accontenta gli industriali. Anche i sindacati attendono novità a breve: più che il taglio dell’Imu, «è urgente il taglio delle tasse a lavoratori e pensionati: solo così si può ridare vivacità all’economia italiana, attraverso il rilancio del consumi», ha detto ieri il leader della Cisl Raffaele Bonanni.L’altro versante degli interventi riguarda una correzione soft della riforma Fornero sul mercato del lavoro con un possibile restyling su contratti a termine e apprendistato per allargare le maglie della flessibilità in entrata in una fase di recessione molto critica. In cantiere anche ritocchi al capitolo pensioni, reintroducendo una qualche elasticità nell’età di uscita dei lavoratori, passaggio utile anche per circoscrivere la questione degli esodati.
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