giovedì 7 marzo 2019
In 12 anni di missioni chirurgiche l'organizzazione ha operato 4.863 bambini, visitato 11.000 pazienti e formato 580 tra medici e infermieri locali
(dal sito http://www.emergenzasorrisi.it)

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Trasferire competenze ai medici dei paesi poveri come primo passo per l'autonomia e lo sviluppo. È l'obiettivo che guida Emergenza Sorrisi da anni, che affianca da anni agli interventi chirurgici maxillo-facciali sui bambini dei paesi in via di sviluppo a un'azione di formazione della classe medica locale. E se ne è discusso a Roma, a Palazzo Giustiniani, nel convegno organizzato da Emergenza Sorrisi dal titolo “Come aiutarli nel loro paese: e ne ebbe compassione”. L’evento, patrocinato dal Senato della Repubblica, dall’Ordine dei medici di Roma e dall’Associazione medici di origine straniera in Italia, è stata un’importante occasione di confronto sul tema dell’integrazione e della cooperazione internazionale grazie alla partecipazione degli ambasciatori della Somalia, dell'Iraq, dell'Afghanistan, della Giordania e di Foad Aodi, Presidente AMSI.

In 12 anni di missioni chirurgiche, che hanno restituito sorriso e speranza a 4.863 bambini dei paesi più poveri e disagiati del mondo, Emergenza Sorrisi ha sviluppato un vero e proprio modello di assistenza e aiuto per le popolazioni di questi territori, spesso luoghi di partenza di costanti flussi migratori verso l’Europa. L’associazione ha sostenuto la creazione di Centri di Eccellenza dove i medici locali sono diventati completamente autonomi e capaci di garantire buoni standard qualitativi per le operazioni chirurgiche. «Proporre un modello vincente di aiuto alle popolazioni con minori risorse diventa oggi più che mai prioritario – ha ricordato Fabio Massimo Abenavoli, Presidente di Emergenza Sorrisi - perché soltanto rendendo autonomi gli attori locali è possibile creare un cambiamento significativo».

Tutte le missioni organizzate da Emergenza Sorrisi prevedono un’attività di formazione rivolta ai medici locali per dare a chi necessita di cure, la possibilità di beneficiare in loco di trattamenti chirurgici specialistici senza dover attendere l’arrivo dei medici stranieri. In Iraq, Afghanistan, Burkina Faso, Congo e Libia, Emergenza Sorrisi ha posto le basi per delle strutture specializzate all’interno degli ospedali che ospitano le missioni chirurgiche promosse dall’organizzazione. In totale i professionisti locali coinvolti nei corsi di formazione sono stati 580 per un totale di 4.000 ore erogate.

All’apertura dei lavori il Presidente di Emergenza Sorrisi Fabio Massimo Abenavoli ha letto l’indirizzo di saluto inviato dalla Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. «L’attività solidale di Emergenza Sorrisi - ha fatto sapere Alberti Casellati - ricopre, da anni, un ruolo fondamentale nel mondo delle Ong. Il vostro sforzo per ridare il sorriso ai bambini affetti da gravi malformazioni al volto non è mirato esclusivamente all’aspetto estetico, ma offre ai piccoli pazienti le condizioni indispensabili per tornare a vivere, mangiare, avere un’esistenza normale e una prospettiva di vita migliore. Il vostro impegno nell’educare, formare e specializzare il personale e gli stessi individui che necessitano di cure e sostegno è il primo passo per dare a tutti la possibilità di studiare, lavorare, aggiornarsi e avere l’opportunità di contribuire a costruire una società più equa e giusta».

«Ogni volta che uno dei nostri medici, referenti locali, diventa un punto di riferimento nel suo paese per la chirurgia plastica ricostruttiva o per la chirurgia maxillo-facciale, come avvenuto in Afganistan, con il dottor Ashimi o in Iraq con il dottor Aws, so di essere sulla strada giusta - ha concluso Abenavoli - che è quella di rendere ogni popolo autonomo e autosufficiente, anche per operare piccoli pazienti nati con malformazioni al volto, o vittime di traumi di guerra o ustioni».

Durante l'incontro è stato presentato in anteprima il docu-film "Sulla Strada Giusta - Rinascere medico in Senegal" dedicato alla missione chirurgica in Senegal di Emergenza Sorrisi e realizzato in collaborazione con il provider Sanità in-Formazione e il sostegno di Consulcesi Onlus. Un esempio di "aiuto a casa loro", nell'esperienza di un giovane medico volontario alla sua prima missione umanitaria e l'impatto con una realtà dove l'assistenza medica rappresenta una vera e propria sfida.

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