giovedì 18 marzo 2010
Nelle strade 400 tonnellate di «monnezza». Al centro del disastro il blocco della discarica di Tufino e dell'impianto di Santa Maria Capua Vetere, paralizzati dai lavoratori in sciopero perché senza stipendio da mesi.
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Coincidenza o maledizione, ma in Campania la primavera si annuncia con i peschi in fiore e con l’incubo dell’emergenza spazzatura. Quest’anno come gli altri del recente passato. Segno di una crisi che non è superata - nonostante decreti governativi e ufficiali passaggi di consegne da commissariato straordinario a Regione nella gestione del ciclo rifiuti - i cumuli di monnezza da due settimane sono rispuntati, insieme alla rabbia e ai roghi, sui marciapiedi e agli angoli delle strade di Napoli città, della provincia e soprattutto del Casertano. Da alcune strade a scorrimento veloce e dalle campagne non sono invece mai scomparsi, ma questo è altro fatto. A Napoli adesso giacciono non rimosse 400 tonnellate di rifiuti mentre altre 200 stazionano negli autocompattatori fermi in coda all’ingresso degli impianti di smaltimento. Al centro del nuovo disastro ancora una volta il blocco della discarica di Tufino, dove sono sversati una parte dei rifiuti di Napoli, stavolta non per ingiunzione della magistratura, come accadde nella primavera del 2007, mentre nel Casertano continua il fermo forzato dello Stir, l’impianto di tritovagliatura ex cdr, di Santa Maria Capua Vetere e della discarica di San Tammaro. A scioperare sono i 1.268 lavoratori del Consorzio Unico di Bacino di Napoli e Caserta, struttura nata nel 2008 in cui sono confluiti il Bacino Caserta e il Bacino Napoli 1 e che nel 2011 dovrà sciogliersi per il passaggio di competenze sulla gestione del ciclo dei rifiuti alle Province. I dipendenti aspettano ancora lo stipendio del mese di febbraio mentre quelli dell’ex Bacino Napoli 1 non ricevono retribuzioni dalla fine del 2009, ma a muoverli è l’incertezza lavorativa. Non è ancora vero caos, ma la situazione potrebbe precipitare se non saranno reperiti subito almeno 4 milioni di euro. Il prefetto di Caserta, Ezio Monaco, ha sollecitato le amministrazioni comunali inserite nel Consorzio ad onorare i propri impegni. I debiti accumulati dai comuni inadempienti infatti ammontano a circa 140 milioni di euro. I lavoratori, che assicurano il servizio di prelievo dei rifiuti solidi urbani in 62 comuni del Casertano ed in tre del Napoletano, stanno dando vita, dal 10 marzo scorso, a manifestazioni di protesta, attuando blocchi stradali in punti strategici del traffico tra Caserta, S.Maria Capua Vetere e Caianello. Alcuni comuni hanno risolto momentaneamente il problema affidandosi a ditte private. Una situazione aggravata dal blocco imposto dalla Prefettura di Napoli alla SaBa Ecologia srl, una delle più importanti aziende di raccolta rifiuti della Campania, che effettua lo spazzamento meccanizzato nel centro città e la raccolta dei rifiuti in undici grossi centri del casertano e del napoletano, tra cui la stessa Caserta. La Prefettura napoletana ha infatti emesso un’interdittiva antimafia nei confronti della ditta di Beniamino Sabatino, imprenditore di Torre del Greco: secondo i rapporti investigativi l’azienda è condizionata dalla camorra. A Napoli  protestano i dipendenti di una ditta di lavoro interinale che chiedono il rinnovo del contratto e impediscono ai camion della Enerambiente, che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti per conto della municipalizzata Asìa in parte della città. La protezione Civile replica a chi paventa una nuova emergenza rifiuti, che le attuali difficoltà sono dovute alle proteste dei dipendenti del Consorzio: «Sono attive infatti cinque discariche e l’inceneritore di Acerra, che consentono lo smaltimento quotidiano dei rifiuti prodotti in Campania e che assicurano una capacità di conferimento residua di almeno quattro anni».In serata le Province di Napoli e Caserta hanno annunciato di voler anticipare, «in via sostitutiva dei Comuni inadempienti», le somme necessarie a pagare i lavoratori del consorzio unico di bacino in arretrato da febbraio. Di conseguenza i sindacati autonomi hanno riconosciuto di aver raggiunto il «primo obiettivo», cioé il pagamento degli stipendi del mese scorso e adeguate rassicurazioni sulle residue spettanze, e quindi revocato diverse manifestazioni di protesta. Compresa quella prevista per oggi a Napoli in occasione dell’appuntamento elettorale del Pdl con la partecipazione del premier Berlusconi.
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