sabato 18 febbraio 2017
Il nuovo presidente don Edoardo Algeri: «Da noi competenze al servizio di tutti»
Un consultorio di Milano (Fotogramma)

Un consultorio di Milano (Fotogramma)

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Sono la più rete più estesa e più capillare sul fronte del sostegno alla famiglia. Non soltanto, come si pensa comunemente, in funzione 'riparativa' dei conflitti familiari, ma con una serie di servizi e di proposte che non escludono la consulenza, l’accompagnamento, la promozione, l’affiancamento in tutti i momenti del ciclo familiare. Un contributo che si concretizza con un approccio interdisciplinare che comprende l’ambito psicologico, psico-sociale, pedagogico, medico, ginecologico, sessuologico e giuridico. E, quando il consultorio ha un’impostazione esplicitamente cristiana come la rete dei Centri legati alla Confederazione Cfc, sono presenti nell’équipe anche un consulente etico e un assistente ecclesiastico. Una ricchezza di competenze e una presenza massiccia che ora, il nuovo presidente della Confederazione dei consultori di ispirazione cristiana, don Edoardo Algeri, punta ad estendere ancora. Da poco più di tre settimane, il responsabile dell’Ufficio di pastorale familiare della diocesi di Bergamo, ha preso il posto di Domenico Simeone, docente di pedagogia alla Cattolica, che aveva presieduto la Confederazione per due mandati triennali. Don Algeri ha alle spalle un’intesa attività nell’ambito dei consultori familiari. Oltre ad essere lui stesso psicologo, è stato presidente dei centri Felceaf (la rete dei consultori della Lombardia) e, nell’ambito della stessa Confederazione italiana, ha ricoperto fino al momento dell’elezione l’incarico di consulente ecclesiastico. Il 26 gennaio scorso, Il Consiglio permanente della Cei, ha nominato al suo posto don Mario Camborata della diocesi di Senigallia. Oltre al coordinamento degli impegni che rientrano nella gestione ordinaria della Confederazione dei consultori – promozione delle attività, avvio di nuovi centri, cura dei rapporti con altri organismi e associazioni – don Algeri si propone nuovi, importanti obiettivi. Vediamo i più urgenti.

La sfida dell’accreditamento

«Abbiamo allo studio una serie di procedure – spiega don Algeri – per estendere al maggior numero possibile di realtà regionali l’accreditamento delle attività dei consultori. Oggi solo la Regione Lombardia dispone di una legge per l’accreditamento pubblico delle attività consultoriali. La procedura venne promossa e realizzata grazie agli sforzi dell’avvocato Goffredo Grassani, presidente della Confederazione fino al 2011, scomparso tre anni fa. Un’apertura che ha permesso la crescita dei consultori – in Lombardia ci sono una complessivamente cinquantina di centri – sia sotto il profilo della qualità professionale sia sotto quello dell’offerta alle famiglie, con una capacità di accoglienza anche interconfessionale». L’accreditamento pubblico ha consentito in Lombardia lo sviluppo dei consultori familiari, sia per la qualità degli interventi sia per quanto riguarda il numero degli utenti (sono stati circa 180mila nel 2015). Un’opportunità offerta a tutte le famiglie, senza barriere confessionali, e un risparmio per il denaro pubblico. Non è un mistero infatti che i consultori familiari di ispirazione cristiana abbiano costi mediamente inferiore ad altri servizi consultoriali. «Non mancano regioni che riconoscono la funzione positiva dei nostri consultori – riprende il neopresidente – ma senza attribuire loro risorse. E questo evidentemente non permette quel salto di qualità che si tradurrebbe in un vantaggio per tutti». Basti pensare a tutto l’ambito della mediazione linguistico- culturale che i consultori lombardi stanno avviando in questo periodo. E proprio qualche giorno fa la Regione Lombardia ha emesso una nuova delibera per l’aggiornamento del tariffario delle prestazioni consultoriali in ambito materno infantile che consentirà interventi ancora più efficaci.

Accanto ai tribunali ecclesiastici

Sono in via di definizione anche nuove forme di collaborazione tra consultori familiari e tribunali ecclesiastici alla luce del Motu proprio di papa Francesco. «L’obiettivo – riprende don Algeri – è quello di facilitare l’istruzione di cause e procedure per la richiesta per il riconoscimento dell’eventuale nullità matrimoniale ». Come è noto il Motu proprio sollecita le diocesi a dotarsi di strutture adeguate per accompagnare le persone che, dopo il fallimento del matrimonio, intendono verificare la propria situazione di coppia. Un intervento a metà strada tra l’accompagnamento psicologico, la cura pastorale e la verifica giuridicocanonistica. Competenze che nella maggior parte dei consultori di ispirazione cristiana sono già presenti, senza la necessità di creare strutture-fotocopia che finirebbero per dilatare inutilmente i costi.

La rete Ucipem

Tra i consultori familiari di ispirazione cristiana – che non rientrano però tra quelli affiliati Cfc – c’è anche com’è noto la rete Ucipem. Una divisione che ha radici storiche anche se gli elementi che, alcuni decenni fa, contraddistinguevano le posizioni delle due realtà, oggi si sono molto attenuati. Inevitabile un avvicinamento, un dialogo sempre più intenso, una collaborazione molto stretta per esempio sulla gestione delle iniziative di formazione. «L’obiettivo – osserva a questo proposito don Algeri – è quello di intensificare le occasioni di vicinanza e di dialogo. La volontà sia da parte nostra che del presidente Ucipem, Francesco Lanatà, è quella di proseguire su questa strada».

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