mercoledì 22 luglio 2015
​Don Mazzi ha celebrato i funerali dello stilista nella Basilica di San Carlo. E lo ha ricordato come un poeta straordinario di grande delicatezza. "Questa città ha ancora bisogno di persone come lui".
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Tanti amici, il mondo della moda, ma non gli stilisti. Presso la Basilica San Carlo di Milano, a due passi dallo storico negozio in Galleria Passarella, in molti si sono ritrovati oggi per un ultimo saluto a Elio Fiorucci, arrivati a rendere omaggio allo stilista scomparso lunedì anche indossando t-shirt con le sue creazioni, dai soggetti di Love Therapy, ai famosi angeli adottati come logo. Le esequie sono state celebrata da un commosso don Mazzi, amico di Fiorucci da molti anni, che lo ha ricordato come "un poeta straordinario", sottolineando che Milano ha ancora "bisogno di qualcuno che la faccia cantare, che le dia un colore e un'anima". Spiegando quanto fosse "faticoso" per lui parlare di Elio Forucci, don Mazzi durante l'omelia si è rifugiato tra le parole di Alda Merini e della sua poesia 'Solo una mano d'angelò: "Milano - ha detto don Mazzi - ha bisogno che gli angeli delle magliette di Elio si stacchino e ridipingano una città che è diventata artificiale. Elio era un poeta strordinario - ha aggiunto - di una grande delicatezza. Milano ha ancora bisogno di questo, di un pò di amore in più, di un pò di colore in più, di meno personaggi e più poeti". A ringraziare lo stilista scomparso, c'era una delegazione dei volontari di strada City Angels: il fondatore, Mario Furlan, ha ricordato che la maglietta della divisa fu proprio disegnata e donata da Fiorucci, che era vicino all'associazione e li aveva anche stimolati a consacrare nei loro centri, dove talvolta andava, un giorno della settimana al cibo vegetariano. Furlan ha quindi annunciato l'intenzione di rendere omaggio allo stilista, intitolandogli il centro di accoglienza di via Pollini, che diventerà quindi "Casa Fiorucci". Una petizione, e lo ha ricordato al termine dei funerali Giusy Laganà di Fare per Bene Onlus, chiede che a Fiorucci venga intitolata la Galleria Passarella, simbolo della sua presenza milanese e per molti anni luogo di ritrovo per i giovani. A raccogliere la richiesta, il vice sindaco Francesca Balzani, presente alle esequie in rappresentanza del primo cittadino (sia il Comune di Milano che la Regione Lombardia aveva inviato i propri Gonfaloni), che ha definito la proposta "una bella idea". A rappresentare Palazzo Marino, ma spinto anche da un motivo personale visto che il padre sarto confezionò i primi capi a etichetta Fiorucci, c'era il presidente dell'Aula, Basilio Rizzo, che ha aperto la strada all'esame per l'iscrizione di Fiorucci al Famedio: "deve essere approvata dall'ufficio di presidenza che si riunirà a ottobre - ha spiegato -. Per la sepoltura, invece, bisogna aspettare un anno e deve essere approvata dai quattro quinti del consiglio. Poi bigonerà vedere se la famiglia vorrà". Al momento, infatti, il feretro dello stilista viaggia verso Sueglio, paesino sulle montagne della provincia di Lecco, di dove erano originari i genitori. A stringersi intorno alle figlie presenti Ersilia e Agusta - mancava la terza in dirittura d'arrivo con la gravidanza -, alle sorelle e il fratello e ai numerosi nipoti, c'era dunque il mondo della moda, ma non molti volti tra quelli dei tanti stilisti che hanno nelle ore precedenti manifestato cordoglio, fatta eccezione per Chiara Boni, Carlo e Ennio Capasa (Costume national) e Raffaella Curiel; tra i presenti si sono notati anche Umberto Cairo, Massimo e Milly Moratti, Jo Squillo, Beppe Modenese, Mario Boselli, Afef, Vittoria Brambilla e l'ex sindaco Paolo Pillitteri, che ha raccontato di avere di Fiorucci "un bellissimo ricordo. Ci si vedeva spesso anche con l'assessore Umberto Dragone - ha detto -: l'avevamo eletto punto di riferimento perchè lui aveva la grande forza di volare sopra le risse politiche".
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