lunedì 15 giugno 2015
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​"Siamo arrivati primi, ma non abbiamo vinto". La frase storica pronunciata da Bersani all'indomani della non vittoria di due anni fa, si addice anche al risultato, deludente, del ballottaggio di domenica. Il Pd si conferma il primo partito, ma perde molte città strategiche a partire da Venezia. A tracciare un bilancio dell'esito del secondo turno delle amministrative è il vicesegretario Lorenzo Guerini. "Dai ballottaggi vengono risultati con luci e ombre. L'analisi puntuale conferma che il Pd è nettamente il primo partito in Italia anche nel numero dei sindaci, ma non è sufficiente a farci brindare" e "giudicare positivo il risultato". "Brucia la sconfitta di Venezia - ammette Guerini - come quelle di città importanti quali Arezzo, Fermo, Matera, Nuoro", sottolinea il vicesegretario del Pd. "Aver riconquistato città simbolo come Mantova o Trani o confermato buoni amministratori a partire da Lecco non è sufficiente a giudicare positivo questo risultato". Dal centrodestra la musica è ovviamente diversa. "Uniti si vince" è la considerazione che fanno in molti. La sfida a Renzi appare adesso possibile. "L'alternativa a Renzi si avvicina, perché la sua poltrona traballa e inizia ad avere a paura": festeggia da Radio Padania il segretario della Lega, Matteo Salvin ribadendo che "chi fa parte governo Renzi non fa parte dell'alternativa a Renzi, quindi per quanto mi riguarda Alfano è fuori dai giochi". "Il centrodestra ha vinto quasi tutti i ballottaggi" dice Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. "Renzi è un pò spudorato quando dice che lui non ha perso, troppo comodo. Lui è il segretario del Pd".
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