martedì 15 giugno 2021
In Italia sono 1.600 i volontari. In occasione della Giornata mondiale di chi dona, gli appelli del Papa e del capo dello Stato
Sempre meno donatori di sangue. «Serve una strategia»

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La pandemia ha portato anche a un calo sensibile dei donatori di sangue e plasma in Italia. Siamo nell’ordine del 20% e, anche se al momento non è corretto parlare di emergenza, è opportuno «accendere i riflettori su questo tema» e seguire il tutto «con grande attenzione per assicurare continuità nelle forniture dei plasmaderivati», come ha sottolineato Danilo Medica, presidente del Gruppo emoderivati di Farmindustria, che ieri ha incontrato la stampa nell’ambito delle iniziative per la Giornata mondiale del donatore di sangue, il cui evento globale 2021 è ospitato dall’Italia.

L’impegno dei 1.600 donatori volontari italiani è straordinario, ma «nonostante questo - ha aggiunto Medica - le quantità sono insufficienti per produrre tutti i plasmaderivati necessari al trattamento dei nostri pazienti. Siamo quindi dipendenti per una parte comunque significativa dal plasma raccolto all’estero».

Fermo restando che, dal momento della donazione a quello della produzione e distribuzione del farmaco passano altri 8-12 mesi, «le imprese - ha ricordato il rappresentante di Farmindustria - stanno facendo grandi sforzi per migliorare le tecnologie produttive e per massimizzare le rese industriali, così da rendere disponibili, secondo i massimi standard di qualità, più prodotti per i pazienti». In Italia queste aziende sono 7, ma solo 2 a struttura prettamente industriale, per un totale di 1.700 addetti e un fatturato attorno ai 270-300 milioni di euro l’anno, meritoriamente impegnate anche in studi clinici con farmaci ad azione mirata contro il virus Sars-CoV-2 derivati dal plasma di pazienti guariti dal Covid-19.

Il primo segnale d’allarme fatto risuonare da Confindustria nel luglio 2020 non è comunque caduto nel vuoto, tanto che nel novembre successivo si è insediato un tavolo con ministero della Salute, Aifa, Regioni, Farmindustria, Centro nazionale del sangue e associazioni di pazienti emofilici e donatori per trovare soluzioni rispetto ad una eventuale carenza di immunoglobuline. Ma ora urgono risposte concrete, in particolare, ha chiosato Medica, «occorre una corretta pianificazione di medio-lungo periodo negli approvvigionamenti, rivedere alcune misure per il contenimento della spesa farmaceutica e ridurre i tempi di importazione del plasma. L’importanza di donare il sangue è stata sottolineata domenica scorsa, al termine dell’Angelus, anche da papa Francesco: «Ringrazio di cuore tutti i volontari e li incoraggio a proseguire la loro opera, testimoniando i valori della generosità e della gratuità». Nella giornata di ieri, invece, in un messaggio inviato al presidente dell’Avis Gianpietro Briola, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha rivolto un pensiero «a tutte le donne e agli uomini, e in particolare ai giovani che, attraverso la donazione del sangue, trasmettono un messaggio di condivisione e solidarietà. Un evento così importante offre l’occasione per riflettere e rafforzare l’azione, a livello mondia-le, di potenziamento dei valori fondanti della nostra società».

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