sabato 10 settembre 2016
Slittano a ottobre le linee guida promesse dal ministro Giannini. Nuovo appello di Agesc e Forum delle associazioni familiari.
Scuola, l'educazione affettiva deve attendere
COMMENTA E CONDIVIDI
Dovrebbero arrivare entro metà ottobre le linee guida su educazione e affettività. A indicare il nuovo orizzonte temporale è lo stesso ministro dell’Istruzione Stefania Giannini intervendo a un incontro alla Triennale di Milano sul tema dell’educazione sessuale a scuola. «La declinazione dei principi è espressa nel comma 16 dell’articolo 1 della legge sulla buona scuola» ha detto il ministro, aggiungendo che i «principi del comma sono la diffusione di una cultura delle pari opportunità in tutte le scuole italiane, di contrasto a ogni forma di discriminazione e di violenza di genere. Significa cultura del rispetto, consapevolezza di sé, essere finalmente anche a scuola nella condizione di parlare di questi argomenti avendo con gli insegnanti un rapporto aperto e gli insegnanti preparati a poterlo fare». E infatti il piano ministeriale prevede anche una formazione riservata ai docenti su questi temi, che dovrebbe essere finanziata con parte «del fondo di 40 milioni di euro strutturali esistenti».Dunque ancora un mese e mezzo di attesa su queste linee guida, che, a dire il vero, avrebbero dovuto essere presentate – nero su bianco – alle associazioni dei genitori presenti nella scuola all’inizio di luglio in una riunione convocata ad hoc presso il Fonags, il tavolo di confronto delle associazioni con il ministero. Incontro che si concluse con la promessa dell’invio delle linee guida ormai ultimate entro una settimana.Una promessa ricordata proprio pochi giorni fa dalle associazioni in occasione delle loro audizioni presso la commissione Cultura della Camera nell’ambito delle proposte di progetti di legge sul tema dell’educazione all’affettività, chiedendo con forza che su questi argomenti vi sia il coinvolgimento chiaro e obbligatorio delle famiglie. Sia Maria Grazia Colombo a nome del Forum delle Associazioni familiari sia Giancarlo Frare, vicepresidente dell’Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc), nelle proprie audizioni hanno posto con chiarezza la richiesta che le famiglie, «in forza del proprio primato in campo educativo», siano sempre coinvolte in queste decisioni, che non possono essere affidate in esclusiva alle scuole. «L’Agesc ritiene estremamente pericoloso introdurre l’insegnamento curriculare dell’educazione affettiva attraverso la coercitiva modifica dei piani di studio – commenta il vice presidente dell’Agesc – privando di fatto le scuole dell’autonomia e le famiglie di qualsiasi possibilità di esprimere il proprio consenso informato». Alla luce dell’annuncio del ministro Giannini si tratta, dunque, ancora di attendere alcune settimane per verificare se questa richiesta ha trovato risposta positiva.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: