venerdì 18 dicembre 2020
Il Paese torna rosso per Natale (ma le chiese restano aperte). Dal 24 all’Epifania saranno 10 i giorni di chiusura in tutto il Paese e 4 quelli in cui varranno invece le regole delle zone arancioni
Lockdown

Lockdown - Ansa

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L’Italia torna in rosso per Natale. Dal 24 dicembre all’Epifania saranno 10 i giorni di chiusura stretta in tutto il Paese e 4 quelli in cui varranno invece le regole delle zone arancioni.

Il lockdown riguarderà tutti i festivi e prefestivi, ovvero dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e poi ancora il 5 e 6 del prossimo mese. Restano fuori dalla massima restrizione le giornate del 28, 29, 30 dicembre e del 4 gennaio. La decisione del governo accoglie in larga parte le sollecitazioni del fronte rigorista e degli scienziati ma non manca, ancora una volta, di dividere la maggioranza.

Con il premier Giuseppe Conte che stavolta ha cercato di ammorbidire la stretta, chiesta in particolare dai ministri Roberto Speranza (Sanità) e Francesco Boccia (Regioni), e i renziani di Iv che hanno dato un ok a denti stretti e a patto che i ristori in arrivo siano al 100% delle perdite. Il decreto effetivamente stanzia 645 milioni a beneficio di bar e ristoranti, che con le nuove regole resteranno chiusi per tutto il periodo delle feste (salvo che per l’asporto e le consegne a domicilio). Risorse aggiuntive arriveranno con l’anno nuovo, indirizzate anche alle altre categorie economiche.

«È stata una decisione non facile, sofferta, ma dobbiamo rafforzare il regime di misure necessarie per cautelarci meglio anche in vista della ripresa delle attività di gennaio», ha detto Conte nella conferenza stampa tenuta a tarda sera, «non siamo in ritardo, difendiamo il Paese». Il premier ha aggiunto di «sentirsi al fianco degli operatori economici» per i quali sono stati previsti i nuovi ristori «ma ora con il vaccino vediamo la fine dell’incubo». (Vedi sotto il video della conferenza stampa)

Il nuovo calendario pone restrizioni anche agli spostamenti privati, ma è prevista una doppia deroga, per «salvaguardare una minima socialità», pranzo o cena con (pochi) parenti o amici. Nei giorni a bollino rosso sarà infatti consentito ricevere nella propria abitazione al massimo due persone non conviventi, senza contare i figli entro i 14 anni e i disabili. Lo spostamento potrà avvenire una sola volta al giorno.

Salva la messa di Natale, con le chiese aperte fino alle 22.

Nelle giornate feriali invece, quelle con regole arancioni, sarà possibile uscire dai confini comunali solo per chi abita in municipi sotto i 5 mila abitanti entro un raggio massimo di 30 chilometri e non per andare nel capoluogo di provincia. Non è previsto alcun anticipo del coprifuoco – si era parlato di una chiusura dalle 20 – che resta quello stabilito nel decreto precedente: dalle 22 alle 5. Decreto che aveva peraltro già bloccato i movimenti tra Regioni a partire da lunedì 21 dicembre: oggi e domani saranno quindi gli ultimi due giorni nei quali gli italiani si potranno spostare liberamente tra zone gialle, sotto una rafforzata sorveglianza delle forze dell’ordine.

Oggi il Consiglio dei ministri, convocato per le 18 dopo un vertice tra i capidelegazione che in 4 ore non aveva sciolto tutti i nodi, è durato più del dovuto. E al termine anche l’annunciata conferenza stampa di Conte si è fatta attendere a lungo, mentre si attendevano dal Mef i dettagli sui fondi per i ristori.

Critiche sono arrivate soprattutto da Iv, il partito che in questi giorni sta prendendo le distanze dal governo su molti fronti. «Se il 3 dicembre dai indicazioni sulle aperture sia pure contingentate e il 18 torni sui tuoi passi e decidi di chiudere tutto, stai producendo un danno enorme a tutti quegli esercizi che nel frattempo si erano organizzati sulla base delle regole indicate – ha affermato la ministra Teresa Bellanova –. Ogni decisione che assumiamo deve accompagnarsi a ristori adeguati, pari al 100%».

A spalleggiare il ministro della Salute, Roberto Speranza, è stato il segretario del Pd Nicola Zingaretti, pronto nel caso ad accelerare anche da solo nel Lazio. «Bisogna mettere in sicurezza il Natale, la zona gialla non basta più, è inutile girare attorno al problema. Rischiamo che gennaio e febbraio possano diventare drammatici». Ieri il governo aveva incontrato anche i presidenti regionali che non hanno contestato le misure. Alcuni hanno criticato la poca chiarezza, ma la maggioranza era a favore della stretta, dopo che il Veneto aveva già anticipato tutti con il blocco della mobilità tra comuni dopo le 14.

Da domani tornano in zona gialla anche Campania, Toscana, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano. Ma la conquista è effimera. Dal 24 con le regole delle zone rosse dappertutto resteranno aperti solo gli esercizi commerciali di stretta necessità, come alimentari e farmacie, e si potrà uscire di casa solo per motivi precisi e con autocertificazione, come a marzo.

Nei giorni arancioni sarà consentita anche l’apertura dei negozi non alimentari e la circolazione sarà libera ma solo all’interno dei confini comunali, salvo le deroghe per i mini–comuni. In tutti i casi è salvaguardata la mobilità per motivi di lavoro, di salute o per urgenze.

La nuova stretta, i punti principali

Giorni rossi e arancioni - Negozi a intermittenza

Nei giorni che ricadono sotto la disciplina da zona rossa - cioè 24, 25, 26, 27 dicembre 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio - i negozi saranno chiusi e la mobilità vietata anche all’interno del proprio Comune. Gli altri giorni (28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio) i negozi saranno invece aperti e la mobilità dentro il proprio Comune permessa. La maggiore possibilità di muoversi viene, però, compensata con l’anticipo alle 20 del coprifuoco, che per i giorni "rossi" resta a partire dalle 22.

Nei feriali si può uscire dai comuni piccoli

Nei giorni considerati "arancioni" sarà possibile spostarsi tra Comuni sotto i 5mila abitanti in un raggio di 30 chilometri, esclusa tuttavia la possibiltà, in questi spostamenti, di recarsi nei Comuni capoluogo. Questa deroga intende favorire, in un periodo in cui la solitudine più si fa sentire, l’andare a trovare parenti stretti anziani e in difficoltà, che risiedano appunto in un raggio di 30 chilometri dal luogo di residenza di chi si sposta. Dovrebbe essere possibile anche muoversi tra Comuni che insistono su confini regionali.

A casa 2 non conviventi - Deroga per gli under 14

Durante i festivi e prefestivi tra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021 lo spostamento verso le abitazioni private è consentito una sola volta al giorno (nella fascia oraria dalle 5 alle 22) verso una sola abitazione che si trovi nella stessa Regione. Lo spostamento è consentito nei limiti di due persone «ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi».

Sanzioni da 400 a 1.000 euro​

Per chi viola i divieti previsti dal nuovo decreto che stabilisce le misure di contenimento del virus nelle vacanze di Natale sono previste sanzioni da 400 a mille euro. La bozza del testo fa, infatti, riferimento all’articolo 4 del decreto legge 25 marzo 2020, numero 19. Norma nella quale viene stabilito che, se il fatto non costituisce reato, le violazioni delle norme sugli spostamenti comportano il pagamento della consueta sanzione amministrativa.

IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA DEL PREMIER CONTE

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