lunedì 5 ottobre 2015
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I batteri che sconfiggono i parassiti. I batteri arrulati come "soldati" per la guerra ai parassiti. È il senso delle principali scoperte di William Campbell e Satoshi Omura, premiati oggi con il Nobel per la medicina. Omura, 80 anni, nato in Giappone, ha studiato un gruppo di batteri, gli Streptomiceti, che vivono sotto terra in Giappone e producono una serie di agenti chimici con attività antibatteriche. Omura ha messo in piedi un inedito, eccezionale metodo per coltivare su larga scala e caratterizzare questi batteri: dopo migliaia di differenti colture, è riuscito a sintetizzare 50 batteri più promettenti, e da questi uno solo, da cui ha estratto, insieme a un team di lavoro della Merck di cui faceva parte anche William Campbell, il principio attivo dell'Avermectin. Un antibiotico usato oggi da 300 milioni di persone ogni anno, una delle più importanti svolte farmacologiche per i paesi in via di sviluppo, pari all'impatto che un secolo prima aveva avuto la penicillina, capace di contrastare i nematodi, una forma parassitaria che può provocare cecità e filariosi linfatica. Decisivo il contributo dello stesso Campbell, classe 1930. Erbe cinesi contro la malaria. Un nuovo farmaco contro la malaria, nato da erbe cinesi studiate e utilizzate da oltre 1.500 anni per curare "le febbri", e milioni di vite salvate in Africa, Asia meridionale e Sud America. È il principale risultato ottenuto dalla 85enne cinese Youyou Tu, insignita oggi del Nobel per la medicina. Chimica, immunologa, ma anche esperta di medicina tradizionale e di erbologia. Le sue grandi scoperte nascono proprio dallo studio delle erbe: nel 1969, Mao avalla il progetto 523 per studiare le erbe tradizionali cinesi: la 39enne Tu si concentra sull'erbologia classica cinese, visita in tutto il Paese gli anziani esperti, si focaliza su 380 estratti di erbe usati tradizionalmente contro la malaria, la principale causa di morte all'epoca nel Sudest asiatico, paesi alleati della Cina di Mao. Una di queste erbe, l'Artemisia Annua, ottiene risultati verificabili sui topi: effettivamente contrasta la malaria, come sostenevano testi di medicina cinese vecchi di 1.600 anni. Ma ci vogliono anni di tentativi: gli antichi testi prescrivevano di bollire l'erba. Nel 1972 Tu e i suoi colleghi ottengono finalmente, dopo vari tentativi di estrazione eliminando le tossine dell'erba, la sostanza pura, Artemisinina o Qinghaosu: è il nuovo farmaco contro la malaria, che in 40 anni ha salvato milioni di vite.
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