venerdì 18 maggio 2018
Presentato il plastico del borgo colpito nel 2016, sulla base delle piante del primo Novecento. Il sindaco Palombini: siamo ripartiti da identità e valori, ma i cittadini ci aiutino a migliorarla
Distrutta dal terremoto, ecco come sarà la nuova Amatrice
COMMENTA E CONDIVIDI

A vederla così, curata fin nei minimi dettagli, si può quasi far tornare la mente a prima del 24 agosto 2016. Anche se, in realtà, del borgo distrutto dal sisma quella notte ci sono sì tutti i caratteri identitari ed i dettagli ma non le storture che gli ultimi decenni di ristrutturazioni in libertà avevano prodotto.

Il plastico di Amatrice, presentato stamattina a Roma e base per la ricostruzione della cittadina laziale, parte infatti dalle piante catastali del 1908, arricchendosi poi di tutti i documenti planimetrici e architettonici fino a poco prima della seconda guerra mondiale, quando Amatrice era cresciuta «in maniera armonica».

Una armonicità, la definisce il sindaco Filippo Palombini, che vuole essere riproposta nell'Amatrice del futuro. Ma per questo c'è bisogno dell'aiuto di tutti: tecnici, università e soprattutto amatriciani. Il plastico infatti verrà esposto proprio nella cittadina terremotata perché i suoi abitanti - grazie alle loro foto, alle loro idee e alla loro memoria - possano contribuire a migliorarlo. Solo così l'Amatrice del futuro sarà «completa, condivisa, accettata e di qualità».

Il plastico, realizzato anche grazie alle ricerche di alcuni studenti di Architettura che hanno discusso la tesi proprio sulla Amatrice pre-sisma e alle ricerche del docente Alessandro Viscogliosi dell'università La Sapienza, è stato costruito con il contributo della Fondazione Santarelli onlus e ultimato dallo studio Officina Materia e Forma. Un lavoro che sarà esposto anche alla biennale di Venezia come una delle cinque esperienze di rinascita di un territorio terremotato.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: