martedì 24 gennaio 2017
Castelli (Anci) scrive al governo: rimasti col cerino in mano, diteci cosa dobbiamo fare. Nei giorni scorsi è stato lanciato un allarme su un possibile nuovo terremoto
Neve e terremoto, le scuole chiuse diventano un caso
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«E adesso diteci che cosa dobbiamo fare». Il giorno dopo l’allarme della Commissione Grandi rischi su una possibile, forte scossa di terremoto in Centro Italia, i sindaci chiedono lumi sui passi da intraprendere per proteggere la popolazione. Al centro della polemica, ancora una volta, la situazione delle scuole, un buon numero delle quali ancora chiuse per neve e per la paura delle scosse. E questo nuovo allarme su un ipotetico e non prevedibile nuovo terremoto, non ha fatto altro che aumentare l’incertezza e lo sconcerto tra i primi cittadini.


Così, c’è chi ha scelto di riaprire tutti gli istituti assumendosene la responsabilità. È il caso del sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, delegato Anci per la finanza locale, che ha ordinato, per questa mattina, la riapertura di tutte le scuole della città. Contestualmente, però, ha scritto al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al ministro del-l’Istruzione, Valeria Fedeli, al Commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani e al Capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, chiedendo loro se questa decisione è corretta o meno. Rimasto, come si dice, «con il cerino in mano», il sindaco Castelli vuole in questo modo rendere pubblico il «disagio e lo sconcerto» di tanti primi cittadini che non sanno più che cosa sia meglio fare. «Le scuole ascolane – riferisce il sindaco – sono nella medesima situazione del 23 agosto, prima cioè della scossa di terremoto. Quindi, ho deciso di riaprirle, anche su indicazione dei tecnici. Voglio, però, sapere se faccio bene, voglio sapere se la mia è una decisione amministrativamente corretta o se, in assenza dei certificati di vulnerabilità, che non abbiamo per nessun edificio scolastico, come del resto praticamente in tutta Italia, devo tenerle chiuse e dichiarare finito anche l’anno scolastico». Castelli ricorda che, nel 2013, quando fu introdotta la valutazione di vulnerabilità delle scuole, furono anche ridotti i finanziamenti agli enti locali. Morale, per fare questo lavoro, soltanto ad Ascoli, serve un milione di euro, che il sindaco Castelli ha deciso di stanziare, «tagliando da qualche altra parte», perché la coperta resta corta.

Le medesime preoccupazioni e domande di Castelli, se le pone anche il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, anche lui firmatario di una lettera al premier Gentiloni. «Esiste davvero un rischio tanto grande? – si legge nella mis- siva –. Le procedure seguite fin qui sono corrette? Sarà molto determinato e farò di nuovo le verifiche, ma mi aspetto una risposta dalle istituzioni». «Senza parole» dopo l’allarme della Grandi rischi, è rimasto anche il sindaco di Fabriano (Ancona), Giancarlo Sagramola, che ha disposto «che in tutte le scuole e in tutti gli uffici pubblici si effettuino prove di evacuazione ogni settimana ». L’incertezza regna sovrana anche a Foligno (Perugia), dove il sindaco, Nando Mismetti, ha chiesto alla Protezione civile di convocare una riunione urgente. «Dobbiamo chiudere le scuole e tutti gli edifici pubblici per i prossimi dieci anni?», domanda il primo cittadino, che è anche presidente della Provincia di Perugia.

A mantenere la calma, invita quindi la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria, Sabrina Boarelli, ricordando che nella regione le scuole sono quasi tutte riaperte, perché «dalle ultime verifiche, non si sono evidenziate nuove criticità rispetto a quelle conosciute ». Anche a Chieti, dopo una chiusura di due settimane, ieri mattina hanno riaperto quasi tutte le scuole, ad eccezione di un Liceo Classico, del Convitto nazionale e dell’Istituto d’Arte. Scuole chiuse anche nella Valle dell’Aterno, nell’Aquilano, dopo l’emergenza neve combinata con le scosse di terremoto, aperte invece quelle del capoluogo abruzzese. A Pescara, invece, lezioni regolari soltanto alla scuola materna, alle elementari e medie, mentre le superiori resteranno chiuse fino a domani per ordine del sindaco.

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